bahia al minipimer

24 Febbraio 2011 0 Di Rosanna Prezioso

Bahia. Estate ’93. Sono qui per un viaggio di lavoro e nelle brevi pause concesse al turismo mi affanno per dividermi equamente tra il desiderio di rubare con la Nikon i colori di questa magica città e quello di catturarne i sapori primitivi fatti di frutta e nulla più. Le baiane affacciate alle porte dei loro miniappartamenti che danno sulla strada sorridono invitandoci a entrare. Come fate di un mondo di fiaba indossano tutte abiti candidi che paiono fatti di zucchero filato.

Non resistiamo. Varcata la soglia entriamo nella cucina-laboratorio-negozio. La baiana si accosta al tavolo coperto di tela cerata dove troneggia un grande frullatore. Prende un coltello dal cassetto e alcuni frutti, per noi sconosciuti, da un cesto posato sulla credenza. Un po’ a parole e un po’ a gesti ci chiede di scegliere il gusto preferito. Siamo imbarazzati, vorremmo provare tutto, perciò ci lasciamo consigliare da lei per un frullato di cacao fresco e uno di maracuja. Così vediamo come fa: taglia in due i frutti verdi e li svuota nella coppa del frullatore, aggiunge un cucchiaio di zucchero, tre cubetti di ghiaccio e, nel frullato al cacao, anche un bicchiere di latte. Aziona e ci serve con la massima semplicità due bicchieroni colmi di un nettare degno degli dei dell’Olimpo.

Rimaniamo senza parole per la sorpresa. Forse è un po’ come per gli inglesi la prima volta che, giunti in Italia, assaggiarono una spremuta fresca di arancia, o per un italiano del nord quando alle falde della Sila, in Calabria, poté gustare per la prima volta una granita di profumatissime fragoline di bosco appena colte. Sono emozioni che fanno venire le lacrime agli occhi.

Mi porto a Milano qualche frutto di cacao per poter rifare il frappé a casa, ma anche se è buono sento che gli manca qualcosa. Chissà che cosa, mi dico. Mi arrendo pensando che certi incantesimi non si ripetono mai una seconda volta.

(Dai racconti inediti “Viaggi e assaggi” di Rosanna Prezioso)