invecchiare restando giovani? risponde Maurizio Vignoli

20 Aprile 2011 2 Di Rosanna Prezioso

Il dottor Maurizio Vignoli con la sua assistene Fanny.

Come tutte le età la vecchiaia ha le sue gioie e le sue noie. Ma si può, realisticamente parlando, invecchiare rimanendo giovani non solo “dentro” ma anche d’aspetto? Lo abbiamo chiesto e un professionista di chiara fama e dall’esperienza pluridecennale, il dottor Maurizio Vignoli, chirurgo plastico. Bolognese con studio anche a Milano, non ha mai tradito la sua “mission”: intervenire chirurgicamente là dove serve, ma ricorrere preferibilmente alla medicina estetica là dove si può. In modo da ottenere risultati migliorativi ma che non alterano la fisionomia.
Dottore, in base alla sua lunga esperienza, su una scala da uno a dieci quali sono i punti dove si invecchia prima?
Sicuramente è il viso il primo a essere chiamato in causa, o meglio la cute e la sottocute del viso mentre i muscoli vengono coinvolti molto dopo. La causa è dovuta principalmente al fatto che si tratta della parte più esposta al sole e alle intemperie e che oltretutto è caratterizzata da una pelle più delicata e sottile rispetto al resto del corpo. Si aggiungano poi i movimenti mimici ripetuti che certo hanno la loro parte nella comparsa di rughe e  pieghe di espressione. Al secondo posto abbiamo le ossa, quindi il sistema venoso, l’apparato muscolare e infine i singoli organi.
Esistono differenze rimarchevoli tra pelle e pelle?
Assolutamente sì. Le differenze sono dovute a vari fattori come la quantità di elastina, che può variare da persona a persona, o il fototipo che rende la pelle più o meno vulnerabile ai raggi ultravioletti.
Come ci si può difendere?
Anzitutto proteggendosi adeguatamente contro il sole e gli agenti atmosferici, principali responsabili dell’invecchiamento cutaneo, il che non significa girare in spiaggia o in città sotto un parasole come si faceva nell’ Ottocento dal momento che il sole fa anche bene alla pelle, come si sa, purché lo si prenda con moderazione e si usino le creme solari adatte. E non si deve esagerare neppure con le lampade abbronzanti. Poi serve molto ricorrere a una buona cosmetica protettiva e nutriente da usare “sempre” e non una tantum.
Dunque, dottore, lei suggerisce un’azione preventiva.
Certamente sì, che deve iniziare dai 25-30 anni e poi proseguire ininterrottamente tutti i giorni, con costanza, per il resto della vita, facendosi consigliare di volta in volta sulle creme più adatte. Tuttavia le creme non cambiano la situazione quando il danno è stato fatto, ma proteggono molto e di conseguenza rallentano sensibilmente il processo d’invecchiamento. Prendiamo due sorelle, una che si prende cura della propria pelle e l’altra che non fa niente. Dopo cinque anni la prima risulterà certamente molto più giovane della seconda.
E quando il danno è stato fatto come si può intervenire?
Si può arrestare il processo d’invecchiamento agendo chirurgicamente ma senza esagerare nelle aspettative. Il chirurgo plastico non potrà mai restituire il volto dei vent’anni.
Quali sono i segni d’invecchiamento che in genere compaiono per primi?
Le rughe nasolabiali, cioè quelle che vanno dal naso alla bocca, le sottili rughe all’angolo esterno dell’occhio, quelle verticali sopra il labbro superiore, soprattutto nei fumatori, e poi i primi cedimenti all’angolo della mandibola. Cedimenti che non sono solo della cute ma delle fasce muscolari sottostanti.
Cosa si può fare per “svecchiare” il viso senza ricorrere al bisturi?
Viene in aiuto la medicina estetica con microiniezioni di sostanze rivitalizzanti (per lo più acido ialuronico in diverse composizioni), o ad azione filler, o botulino se serve appianare qualche ruga sulla fronte o tra le sopracciglia. Contro il rilassamento dei contorni del viso funziona bene una componente idrofila all’acido ialuronico che, richiamando acqua nei tessuti, dà inizialmente un leggero turgore che dopo due-tre giorni sparisce per lasciare il posto a un volto più compatto e più sodo.
A che età conviene cominciare a rivolgersi a questi trattamenti?
Direi quando se ne ha bisogno. Oggi le cose sono un po’ cambiate e si inizia prima. Negli anni ottanta venivano da me signore dai cinquant’anni in su, adesso arrivano le loro figlie, l’età media si è spostata nella fascia tra i quaranta e i cinquanta.
Cos’altro è cambiato rispetto al passato?
Si tende sempre più a “nutrire” la pelle anziché a “riempire” le rughe. Perciò ai filler si preferisce l’acido ialuronico che rivitalizzando la cute automaticamente la ringiovanisce. Ma in questi casi una seduta non risolve il problema, ce ne vogliono almeno due o tre per avere un buon risultato che si mantenga per mesi. Personalmente suggerisco due microcicli di due-tre sedute all’anno, uno in autunno e uno in primavera. Anche se chi se lo può permettere fa un’applicazione al mese, come se si trattasse di una crema.
Una curiosità: perché si vedono tante signore del grande e del piccolo schermo con certi visi “di gomma” sebbene a loro non manchino certo i mezzi per risultati più “professionali”?
Sicuramente si tratta di signore che non frequentano il mio studio. A mio avviso il primo indiziato è l’uso smodato di materiali permanenti o semipermanenti, come il silicone, che hanno un costo infinitamente inferiore rispetto a quello dell’acido ialuronico per cui può accadere che chirurghi con pochi scrupoli tendano ad abusarne, magari per assecondare la volontà della cliente. Poi, però, se la paziente dimagrisce di qualche chilo e il viso si svuota, il silicone rimane lì creando fisionomie alterate: zigomi ultradimensionati, labbra a canotto e così via. Il silicone in sé non è pericoloso per la salute, ma ha il difetto di compenetrarsi con la cute per cui una volta impiantato non lo si  elimina più.
Però queste signore in fondo paiono molto contente di sé, si piacciono!
Evidentemente sì dal momento che non hanno fatto causa al chirurgo che le ha trattate.