la chimica del profumo

25 Febbraio 2011 0 Di Rosanna Prezioso

Con l’avvicinarsi della primavera cresce la voglia di sperimentare nuove fragranze. Il desiderio di rinnovamento non coinvolge solo la moda o i colori preferiti per il trucco o gli accessori, ma arriva più nel profondo attingendo dal magico mondo degli aromi, a volte talmente coinvolgenti da “parlare all’anima”.
Sebbene il nostro senso dell’olfatto si vada via via affievolendo, non essendo più così determinante per la nostra sopravvivenza, il buon odore naturale o ricreato ad arte è un piacere al quale pochi sono disposti a rinunciare.
Se un tempo le città erano ricettacolo di ogni genere di cattivo odore, come ha saputo descrivere magnificamente Suskind nel suo romanzo “Il profumo”, oggi, soprattutto grazie alla chimica, viviamo circondati dai profumi. Ma una cosa buona può trasformarsi per eccesso in una cattiva. La sovrabbondanza di aromi artificiali impiegati negli alimenti, nei prodotti di igiene per la persona e per la casa o per profumare gli ambienti è tale che non riusciamo più a distinguere un odore naturale da uno che non lo è. Il profumo della buccia di un limone appena colto può far pensare al detersivo per i piatti. La polpa di una noce di cocco appena aperta all’olio solare che usiamo in spiaggia.
Eppure, nonostante tutto, l’importante organo di senso che risiede nel nostro naso sa regalarci ancora tante e inimmaginabili sensazioni piacevoli.