marmellata di susine

10 Settembre 2011 0 Di Rosanna Prezioso

E’ una marmellata che mi ha accompagnato per tutta l’infanzia; la prozia aveva nell’orto un albero enorme di questo tipo di prugne, oggi riconosciute come Stanley, che a fine estate trasformava in una marmellata densa e scura che poi distribuiva a tutti i parenti. Ricordo che un anno l’albero venne attaccato dalle processionarie e io, che avevo orrore dei bruchi,  in dialetto “rughe”, atterrita la trovai sotto l’albero interamente ricoperta da quegli orrendi animaletti pelosi, lunghi almeno 5 cm, mentre con una pertica batteva i rami per farli cadere a terra e poi schiacciarli col piede.
Ed ecco la ricetta “semplificata” perché la zia, per risparmiare sullo zucchero, faceva cuocere le prugne per giorni e giorni ottenendo un concentrato denso e dolce anche se di zucchero ne aveva messo pochissimo.
Lavare e privare dei noccioli le prugne, metterle a cuocere senz’acqua in una pentola antiaderente e quando sono cotte aggiungere lo zucchero: la metà del peso originario delle prugne. Far cuocere per altri dieci minuti, quindi passare il tutto al minipimer e continuare la cottura, sempre rigirando per evitare che la marmellata attacchi, finché non risulterà della consistenza desiderata.
Trasferire la marmellata nei vasi, chiuderli con un doppio strato di pellicola per alimenti e poi con i tappi a vite, e sterilizzarli mettendoli in una pentola piena di acqua fredda da lasciar bollire per trenta-quaranta minuti. Attendere che l’acqua raffreddi completamente prima di togliere i vasi e, per maggior sicurezza, riporli in frigorifero in attesa di essere consumati (o regalati…).

(Dal Diario di ricette “Quattro stagioni” di Rosanna Prezioso)