pane carasau – pane frattau – pane guttiau
Consiglio per single distratti: non farsi mai mancare in casa del “pane carasau”, vale a dire il tipico pane sardo a sfoglia sottile, consolazione concessa anche a chi, perennemente a dieta, ha abolito qualsiasi tipo di pane da dispensa e frigorifero. Infatti, più “magro” di così non si può, perfino il carasau in vendita nella grande distribuzione (supermercati) non contiene altro che acqua, sale, farina e pochissimo lievito. E, altro plus, con il suo simpatico scricchiolio soddisfa l’orecchio oltre al palato.
Ma le sue risorse non finiscono qui. Avete finito la pasta oppure avete ospiti a cena e il pastaio sotto casa ha già chiuso i battenti? Con il pane carasau potete in quattro e quattr’otto allestire un primo di “crespelle al sugo” che manderanno tutti in visibilio. Questa versione i sardi la chiamano “pane frattau”. Ecco la ricetta.
Si mette a bollire dell’acqua un po’ salata, come per cucinare gli spaghetti, e quando bolle vi si tuffano dei pezzi di carasau (due o tre per volta) che poi si scolano e si dispongono nei piatti (o in una zuppiera) e si condiscono a strati con sugo e formaggio parmigiano grattugiato. Il pane carasau perde la sua caratteristica croccante per acquistare la stessa morbidezza di una delicatissima crespella. Provare per credere. L’unica abilità richiesta consiste nello scolare bene i singoli pezzi per non annacquare troppo il piatto. Per il condimento tutte le varianti sono ammesse, dal burro e formaggio al pesto genovese, dall’amatriciana al ragù con besciamella. Qui abbiamo usato il sugo di pomodoro e melanzane.
E se volete ingolosire gli ospiti in attesa del primo con qualcosa d buono da sgranocchiare, ancora carasau, ma in versione “guttiau”. Basta condire il pane con poco olio d’oliva e sale e metterlo a scaldare sulla griglia del forno o in una padella antiaderente. Diventa morbido, elastico e saporito come una superfocaccia extralight!
(Dal Diario di ricette “Quattro stagioni” di Rosanna Prezioso)
[…] Calcolare uno spicchio d’aglio e un vasetto di yogurt greco per ogni cetriolo medio; va benissimo anche un buon yogurt d’altra origine purché intero e cremoso. Sbucciare il cetriolo, grattugiarlo in modo da ridurlo in poltiglia e salare. Lasciare nel frigo per almeno mezz’ora, quindi eliminare tutta l’acqua amara del cetriolo strizzandolo bene in una salvietta o servendosi di un colino. Unirvi lo yogurt, lo spicchio d’aglio grattugiato molto fine, a piacere qualche goccia d’olio d’oliva. Mescolare bene, assaggiare e se necessario aggiungere un po’ di sale, quindi rimettere tutto in frigo perché la salsa va servita fredda. Può essere consumata anche nel giro di alcuni giorni-una settimana. Perfetta da abbinare a carni speziate, polpettine di carne, di pesce o di legumi e verdura fritta, ma buonissima anche da sola intingendovi grissini, crakers o pane carasau. […]
[…] pesarsi tutte le mattine, a digiuno, e segnare il peso (senza barare!) su un diario o un calendario non lasciarsi condizionare dall’ago della bilancia se dopo un giorno di digiuno segna lo stesso peso del giorno prima, né se il peso resta invariato anche dopo un giorno di abbuffata: l’organismo registra le calorie in più o in meno solo dopo averle assimilate perciò, soprattutto chi ha un metabolismo lento, cosa normale a partire da una ceerta età, deve attendere almeno un paio di giorni prima di capire cosa è successo per strada, incrociando una cicciona (o un ciccione), guardarla bene e ripetersi: “non devo diventare così!” per attivare il metabolismo, e quindi “bruciare” di più, muoversi per quanto è possibile: camminando, correndo, facendo i lavori di casa, innamorandosi, ballando (anche da soli), andando in bicicletta, facendo sport tenersi il più possibile occupati con cose che interessano molto in modo da dimenticarsi del cibo, meglio se ad essere occupate sono anche le mani con lavori artigianali, giochi, riprese fotografiche, strumenti musicali se non ci sono problemi di insonnia o altre controindicazioni, concedersi qualche caffè o tè in più: la caffeina scioglie i grassi e il tè ha un forte effetto diuretico, quindi fa sentire meno gonfi a tavola ridurre gradualmente il formato dei piatti, e non solo di quelli, anche tazze, tazzine e ciotole di minori dimensioni abituano gradualmente a ridimensionare le porzioni dei pasti se ci si cucina i pasti da sé, limitarsi sempre alle dosi di una porzione, si evita così di cadere in tentazione addentando anche il surplus pensato per i giorni successivi se nonostante tutto rimangono degli avanzi (per esempio dopo una cena organizzata per gli amici), mettere tutto quello che si può nel freezer e quello che non si può regalarlo agli ospiti improvvisando dei doggy-bags vietarsi i dolci ma a titolo di consolazione ricorrere a qualche escamotage tipo un quadratino (uno solo!) di cioccolato fondente, un dessert di fine-pasto consistente in un piattino di ananas, arancia o mela tagliati a fettine velo insaporite con poche gocce di limoncello, uno yogurt magro alla frutta, una pallina (non di più!) di gelato a scelta (preferibilmente alla frutta) bere più acqua possibile prima, durante e dopo i pasti: non sembra ma “sazia” concedersi sempre un pasto completo con primo, secondo, contorno e frutta pur mantenendo le porzioni al minimo; la varietà dei piatti regalerà un maggior senso di sazietà non tenere mai in casa dolci, caramelle, cioccolato, crakers, slatini o appetizer tipo noccioline, anacardi, pistacchi ma confezionarsi i propri smorzafame e tenerli sempre a portata di mano nel frigo. Ideali fiammiferi di carota, sedano, finocchio e d’estate bastoncini di cetriolo, strisce di peperone, foglie di lattuga. sostituire il più possibile la pasta con il riso basmati, che contiene meno amido, o con la pasta di riso, e al posto del pane caldo di forno, gallette di riso o pane carasau […]
[…] è pronta in appena 20 secondi! Ecco come. Su un piatto liscio disporre un ritaglio di sfoglia carasau (il celebre pane sardo detto anche “carta musica”) mettendo al centro un pezzetto di […]