peccati di gola: les crêpes

9 Marzo 2012 0 Di Rosanna Prezioso

Ci sono vari modi per far fronte al “languorino” oltre a ciucciarsi un Ferrero Rocher. Qui vi voglio confessare il mio, quello che più mi riporta ai dolci sapori dell’infanzia e che non ho mai abbandonato nonostante le infinite leccornie che la vita, i viaggi, la curiosità mi hanno offerto l’opportunità di assaporare nel corso degli anni. Si tratta delle crêpes, che la nonna preferiva chiamare omelettes e che ben poco di diverso hanno dalle “frittatine dolci” servite a est o a ovest del continente europeo.
La crêpe più straordinaria che abbia mai mangiato, quella servita dalla Mère Poulenc sotto i bastioni del Mont Saint-Michel, in Francia: una enorme nuvola di uova, burro, marmellata di albicocche e Grand Marnier che si scioglieva in bocca solo a guardarla. La più golosa, quella gustata nella Dubrovnik pre-guerra, in Croazia: alta, spessa, farcita con Nutella e granella di nocciole e ricoperta con panna montata. Le più conviviali, quelle improvvisate la notte, al Club Med, dopo la discoteca.
Senza andare troppo per il sottile le crêpes sono buonissime perfino lisce o appena farcite da un velo di zucchero. Bene ci sta, naturalmente, la classica spalmata di marmellata. E se da spuntino le si vuole trasformare in un vero e proprio dessert da fine pasto, basta spruzzarle di liquore dopo averle spolverizzate di zucchero e dare il via all’effetto flambé.
Ingredient
i: per ogni uovo un cucchiaio raso di zucchero, una presina di sale, 2 cucchiai di farina, 2 bicchieri di latte, burro per friggere.

Con il frustino o con una forchetta sbattere velocemente l’uovo con il sale e lo zucchero. Unire la farina e una volta ottenuto un impasto liscio aggiungere il latte e mescolare fino a ottenere una crema quasi liquida. In una padella antiaderente di media grandezza far sciogliere una scaglietta di burro sufficiente a ungere appena il fondo del recipiente (e ripetere la stessa operazione per ogni crêpe). Versarvi sopra un mestolino (o 2 cucchiai) di crema e muovere la padella in modo da farla scorrere su tutto il fondo prima che si rapprenda. Non appena inizia a prendere colore capovolgerla aiutandosi con una forchetta e a doratura avvenuta stenderla su un piatto piano e mentre è ancora calda ricoprirla di uno strato sottile di marmellata e arrotolarla su sé stessa.  Se esteticamente piace di più la si può piegare per due volte a libretto in modo da ottenere una forma a triangolo.

(Dal Diario di ricette “Four Seasons” di Rosanna Prezioso)