50 sfumature di verde

7 Novembre 2013 0 Di Rosanna Prezioso

Avevo sempre sentito parlare della “verde Irlanda”, ma mai l’avrei immaginato così verde! In pratica un infinito green che si perde a vista d’occhio confondendosi con il blu del cielo se il tempo è mite o con le nuvole basse, niente a che vedere con la nebbia, che come soffici veli si posano a capriccio sul panorama cancellando parte della visuale.
Verde orizzontale e verde verticale. Sì, perché dai prati il verde qui sembra salire e arrampicarsi ovunque colorando di foglie le case basse in pietra, i muri, i recinti, i passaggi obbligati, i ponti e qualsiasi altra cosa stia in piedi. Senza contare gli alberi. Querce secolari che stanno strette in un solo sguardo, eucalipti, pini e perfino sequoie che anche a torcersi il collo all’indietro non si riesce a vederne la fine. Non manca, poi, tutta una serie di palme e di altre piante esotiche che la passione verde degli irlandesi, e prima di loro degli inglesi, ha voluto venissero trapiantate proprio qui, in questa terra talmente fertile, talmente irrorata dal giusto grado di umidità e dal clima tutto sommato mite grazie alla Corrente del Golfo, da offrire ospitalità e nutrimento anche a piante abituate a climi ben più caldi.
Dal verde naturale si passa, spesso senza soluzione di continuità, ai celeberrimi “giardini all’inglese”, cioè lasciati crescere  senza recinzioni, senza schemi o aiuole, ma in un disordinato trionfo di fiori e piante all’insegna della spontaneità e della promiscuità. In realtà il disegno c’è, e include non solo determinate piante grandi e piccole, boschi e prati, ma pure stagni, ruscelli, laghetti e cascate. Il tutto pensato in modo da sembrare assolutamente frutto di madre natura e non il risultato di un’attenta, meticolosa “copia dal vero”.
Geniale invenzione dell’inglese Lancelot Brown (1716-1783) detto “Capability” per la sua grande abilità di modificare ad arte il paesaggio, il giardino all’inglese nel secolo dei lumi surclassò il tanto amato e ricercato “giardino all’italiana” mentre Brown assurse a una tale fama da essere nominato “giardiniere del re”.
Di giardini all’inglese, che noi chiameremmo piuttosto parchi date le dimensioni, l’Irlanda è piena. Ed è davvero incantevole scoprirli, indovinare l’emozione che li ha ispirati. Spesso collocati a sud-est, dove il clima è più mite, i giardini irlandesi rientrano a pieno titolo nelle principali attrattive dell’isola e sono ben segnalati in tutte le guide del Paese.
Merita sicuramente una visita il Mount Usher Garden, tra i più vasti ed affascinanti d’Irlanda, definito di “stile robinsoniano” dal nome del giardiniere che lo ha ispirato, il celebre William Robinson (1838-1935), ritenuto il più grande giardiniere d’Irlanda. Sua l’idea di creare il giardino informale utilizzando soprattutto piante perenni e lavorando in simbiosi con la natura. Il Mount Usher si estende per 22 acri e ha richiesto il lavoro di ben quattro generazioni della famiglia Walpole, a partire dal 1868, per arrivare ad essere quello che è oggi. Attraversato dal fiume Vartry, ospita ben 4.500 varietà di piante tra alberi,  siepi e piante da fiore.
Più esotici, quasi mistici i Giardini Giapponesi e il Giardino di San Fiachra abbinati alle Scuderie Nazionali dove vengono allevati e addestrati i più contesi purosangue d’Irlanda. Qui, oltre alla possibilità di ammirare da vicino la fiera prestanza di stupendi stalloni, si può seguire un percorso “meditativo” nel giardno d’ispirazione giapponese che descrive la vita dell’uomo dalla nascita alla morte. Il Giardino di San Fiachra, santo protettore dei giardinieri, si focalizza soprattutto sulla spiritualità che il giardino e il paesaggio irlandesi riescono a evocare.
Di parchi e giardini invidiabili sono dotati tutti gli hotels del prestigioso gruppo Blue Book. Qui si ritrova sempre una interpretazione tutta personale del garden che ha lo scopo di accogliere al meglio, ma anche di sorprendere l’ospite con scenari inediti, pittoreschi e inattesi. Sia che si tratti di un pavone che con nonchalance si rassetta le piume sotto una siepe di ortensie, o di un ruscello che scivola via sotto un ponte di legno rosso lacca, o di uno stagno tappezzato di ninfee visitato dalle libellule. (r.p.)

(Foto Giovanna Dal Magro)

Per saperne di più:
www.mountushergardens.ie

www.irish-national-stud.ie
www.irelandsbluebook.com

http://www.irelands-blue-book.ie/houses.html/rathsallagh
http://www.irelands-blue-book.ie/houses.html/marlfield
http://www.irelands-blue-book.ie/houses.html/balymaloe
http://www.irelands-blue-book.ie/houses.html/castle-durrow
http://www.irelands-blue-book.ie/houses.html/barberstown