nino romano, un caro amico

18 Novembre 2013 0 Di Rosanna Prezioso

Nino è stato un sognatore, un grande sognatore.
D’estate, non facevamo le vacanze come tutti i bambini, lui prendeva la macchina e ci portava al mare dove non andava ancora nessuno, dove non c’era un ombrellone, per lui era inconcepibile la spiaggia “organizzata”, non si poteva recintare il mare…
La sera ci portava a mangiare il gelato all’unico bar di Castiglione della Pescaia perché c’era la tv che dava il Disco per l’estate, Antoine cantava Vorrei andare in un paese matto… dove la gente sa cos’è l’amore e quando piove piovono le rose… che aveva scritto lui. Noi bambini, facevamo finta di niente, forse ci vergognavamo un po’… la canzone, la sapevamo a memoria, meglio delle tabelline,  come del resto chi abitava il cortile di piazza Libia perché per settimane aveva cercato le parole da mettere sulla musica cantandoci sopra per ore… capitava così ogni volta che doveva scrivere le parole di una canzone… il cortile si inondava di musica…
Di notte, se qualcuno teneva troppo alto il volume di un giradischi, lui prendeva la cornetta che si era comprato a Londra e, nascosto dietro le persiane, tentava una nota del Silenzio di Ninì Rosso, che usciva immancabilmente stridula, … papà, quanto ridere ci ha fatto fare. Adesso viene in mente solo questo, le sue incursioni notturne in cucina, la marmellata Lettona mangiata a cucchiaiate direttamente dal barattolo di latta, la pappa del cane, presa fredda dal frigo, che aveva divorato pensando che mamma avesse preparato uno splendido spezzatino per il giorno dopo, i suoi scherzi e il fischio, il fischio unico che dalle scale ci diceva sono qui, sono tornato, sto salendo a casa…
Con il tempo la sua vista è svanita e l’aveva sostituita con la fantasia, aveva trovato il modo per avere una visione sua delle cose, un po’ onirica. Ecco il dono che lascia, il sogno. Era anche convinto che i sogni si possano realizzare, basta che ci sia amore e, direbbe: scrivete anche intelligenza, altrimenti…Anche se non abbiamo la torta soffieremmo lo stesso e per sempre sulle candeline.
Ciao, papà.
Riccardo e Rosanna
Milano, 13 novembre 2013

(Alle parole dei “ragazzi” di Nino non ci sarebbe nulla da aggiungere, chi meglio dei figli conosce papà? Lui era proprio così, un grande sognatore, ma che sapeva far ridere ed era il primo a ridere di se stesso. Sempre con l’ultima canzone in punta di penna e nuovi talenti musicali da scoprire… Spero che ti divertirai anche lassù, riscrivendo i testi del coro degli angeli).