a teatro per passione

30 Aprile 2014 0 Di Rosanna Prezioso

Alle donne non piace solo cucinare (anzi pare che adesso siano più gli uomini a farlo), piace anche recitare. Sono sempre di più, almeno a Milano, quelle che dopo il lavoro si regalano una pausa sul palcoscenico. Non con lo scopo di diventare delle star (anche se potrebbe sempre accadere, chi può dirlo, mai mettere paletti alla fortuna), ma per pura passione.
Magari lo avevano sempre sognato, fin da bambine, di recitare, ma erano state impedite da impegni più pressanti come il lavoro, la famiglia, i figli e, perché no?, magari anche una certa dose di timidezza. O di timore di non essere all’altezza perché non sufficientemente belle o non abbastanza disinvolte, o non competitive quanto serve per sfondare in un mondo, quello dello spettacolo, in cui si sa che la competizione può essere feroce. Ma una volta superate tutte queste remore grazie alla migliore consapevolezza di sé e a una maggiore autostima tutto diventa possibile. Soprattutto a teatro che, rispetto al cinema o a certa tivù, non si accontenta mai della mera bella presenza ma chiede altro: impegno, talento,  capacità di catturre lo spettatore e tenerlo sospeso in un mondo “altro” per tutta la durata dello spettacolo.
Così è stato per Francine Leruth (al centro nella prima foto in alto), una cara amica che ci tiene a mantenere il piacevolissimo accento belga nonostante abiti a Milano ormai da anni. Nella prima domenica di aprile la si è potuta ammirare, apprezzandone la bravura, al Teatro La Creta per la prima di “Sonno”, commedia in un atto di Enrico Luttmann per la regia di Daniela Borghetti. Con notevole padronanza scenica Francine ha mantenuto alto il ritmo vivace della recitazione per tutta la durata della pièce, sicuramente divertente e a tratti surreale.
Serva da esempio per tutte quelle che “vorrebbero ma non osano”, magari per timidezza, dedicarsi a un’arte che a Milano, con i suoi sempre più numerosi teatri fuoriporta, spesso sconosciuti ai milanesi stessi, offre sicuramente molte opportunità. Recitare fa bene, apre la mente e il cuore, stimola la memoria e la fantasia, regala sicurezza. (r.p.)

(Foto Pino Montisci)