il bello della darsena

21 Maggio 2015 0 Di Rosanna Prezioso

20150517_144344_resized20150517_162133-1_resized20150517_144453_resizedSe a Milano ci fosse il mare…. Be’ non c’é, facciamocene una ragione, ma se ne respira l’aria, il profumo, l’atmosfera. Dove? Alla nuova Darsena del Naviglio Grande.
La scorsa domenica, assolata come nel mese di luglio (chi lo direbbe visti i 13 gradi di oggi, ma si sa, sono gli scherzi del clima continentale), la Darsena era gremita come non mai di milanesi che si godevano l’ampia e rinfrescante distesa d’acqua passeggiando lungo le sue rive, facendo selfie a non finire, tentando una prima abbronzatura allungati sui ritagli erbosi, qualcuno già in costume da bagno, lasciandosi accarezzare dalla brezza che si levava verso i pontili dal pelo dell’acqua scossa persino da qualche sussulto ondoso, ma forse era solo la scia lasciata dalla colonia di anatre che si pavoneggia20150517_144430_resized20150517_162346_resizedvano passando da una sponda all’altra.
Se è vero che nulla si cancella, che tutto rimane impresso nella nostra memoria storica anche se non ne abbiamo coscienza, allora bisogna riconoscere che nel cuore, o nell’inconscio del milanesi l’acqua è una costante. Del resto non è trascorso neppure un secolo da quando Milano continuava ad essere definita “città d’acqua”. E tale è rimasta anche se oggi sono ben poche le tracce rimaste in superficie dei 34 corsi d’acqua, grandi o piccoli, che la percorrono. La maggior parte di essi è finita sotto l’asfalto, come quello 20150517_145133-1_resizedche attraversa il quadrilatero della moda passando proprio sotto via Montenapoleone. Coincidenza fortunata se si vuole dare credito alla teoria cinese per cui l’acqua è sempre dispensatrice di successo e di ricchezza e più ce n’è meglio è.
Incanalata e sfruttata per fini utilitaristi20150517_162410_resizedci (trasporto di merci pesanti come i marmi per il Duomo al Laghetto, oggi via Laghetto, o i rotoli di carta per il Corriere della Sera nell’attuale via San Marco) e di irrigazione, l’acqua ha sempre svolto un ruolo fondamentale nella storia di Milano contribuendo fortemente al suo sviluppo economico e sociale. Perciò adesso i milanesi sono ben felici di riappropriarsi di un pezzetto della loro storia andata sepolta e con il fiorire di trattorie e friggitorie nella risistemata piazza XXIV Maggio o lungo i Navigli riscoprono anche una passione mai dimenticata, quella per il pesce. Già perché in tutti quei fiumi, ruscelli e canali che lambivano o attraversavano la città si pescava anche. Tanto che fino agli anni quaranta del secolo scorso tra i venditori ambulanti che rifornivano i milanesi c’era anche il venditore di gamberi. Di fiume s’intende, con il suo piatto cappello di paglia decorato da un nastro rosso. (r.p.)