un fiore per fo

un fiore per fo

14 Ottobre 2016 0 Di Rosanna Prezioso

dario-fo-poster-ritUn Nobel muore, un Nobel nasce, è il destino della vita che prosegue inarrestabile il suo percorso senza sconti per nessuno.
Un grande fiore per Dario Fo che ci lascia a 9o anni dopo averci divertito per oltre 60.
Lo intervistai negli anni settanta per Il Milanese, rivista edita al tempo da Mondadori che da lustri non esiste più. Di quella intervista non ricordo una parola, erano i miei primi anni da giornalista professionista che a fatica cercava di conciliare le esigenze di una professione che chiede molto con quelle di una figlia piccola che chiedeva molto di più. Sebbene assunta con regolare contratto (allora era più facile), non dicevo di no ad alcun tipo di collaborazione come era, appunto, quella con Il Milanese.
Di quella intervista a Fo, come ho detto, non ricordo nulla, a parte la sensazione di trovarmi davanti a un genio. Non so spiegarne bene il perché, forse per quel suo modo penetrante, lievemente ironico e affettuoso insieme di fissarmi con i suoi occhi algidi, forse per le sue risposte – questo lo rammento – sempre originali, inattese e stupefacenti alle domande di rito di una scribacchina esordiente ancora spaventata dalla sua incolmabile ignoranza (allora non c’era Wikipendia ad aiutare).
Ma Fo non si scompose, stette al gioco con una eleganza e una benevolenza che raramente ho riscontrato nelle interviste ad altre star troppo impegnate a proporsi e ad atteggiarsi da primedonne.
Un grande uomo ti lascia sempre un segno dentro, ti insegna a guardare alto, oltre la banalità del presente e del quotidiano. (r.p.)