anacardi? sì, grazie

anacardi? sì, grazie

13 Dicembre 2017 0 Di Rosanna Prezioso

Di solito li si mangia tostati apprezzandone il sapore morbido e leggermente dolce, ma chi ama la cucina cinese li avrà certamente gustati anche in alcune ricette abbinati al pollo o ai gamberetti. Qui invece una ricetta molto più semplice, speditaci direttamente da Bali, dove chi dispone di un orto o di un giardino non si lascia sfuggire l’occasione di piantarvi un albero di anacardi.
Anacardi e riso rosso
Lessare il riso rosso e profumarlo con una grattugiata di zenzero fresco. Condire con un po’ di parmigiano grattugiato e completare con una cucchiaiata di anacardi tostati, interi o tritati grossolanamente.
Un falso molto succoso
Non tutti sanno che l’anacardo è praticamente il seme di un falso frutto, detto maragnone o più comunemente mela di acagiù, dalla polpa commestibile, succulenta e zuccherina, molto apprezzata anche per ottenere succhi di frutta.
Un grande albero
L’albero di acagiù, originario dal Brasile, per la sua forma contorta ricorda un po’ quello del pistacchio e può superare i dieci metri di altezza. I falsi frutti, che possono essere gialli o rossi, hanno la stessa forma e dimensione di una pera, alla base della quale spunta una sorta di appendice a forma di rene che racchiude, appunto, l’anacardo.
Molta vitamina C
L’acagiù è molto apprezzato anche per le sue proprietà nutrizionali. Se infatti il falso frutto è ricco di vitamina C, il seme, vale a dire l’anacardo, ha un discreto effetto anti-stress grazie a una sostanza analoga a quella contenuta nel cioccolato. Non mancano poi sali minerali, magnesio soprattutto, e vitamine del gruppo B.
Fare la scelta giusta
Liberare l’anacardo dal guscio, che è fatto di una corteccia tossica, richiede un procedimento piuttosto complicato. Principalmente due i metodi impiegati, o scottando il guscio in olio bollente, cosa che priva i frutti della maggior parte dei principi attivi, o esponendo i semi alla luce solare, metodo molto più lungo, ma che ne lascia intatte tutte le proprietà.

(Da una corrispondenza di Erica Stanta)