milano e il quartiere-villaggio

26 Maggio 2011 0 Di Rosanna Prezioso

C’è sempre un filo logico, anzi geografico nel modo in cui a Milano la gente si sceglie il quartiere in cui stare. Considerata, a ragione, una città dove ci si trasferisce solo per motivi di lavoro, chi arriva tende a cercarsi il quartiere più adatto per una fuga veloce verso i luoghi dove vorrebbe andare o, meglio, ritornare. La “fuga” poi si limita generalmente al weekend perché nonostante i migliori propositi è difficile che una volta messe radici in città si riesca a lasciarla. Così si procede per punti cardinali, e qui tutti i gusti possono essere accontentati grazie alla pianta circolare di Milano che li riunisce tutti e quattro. In genere il nord è per chi ama la montagna o i laghi, il sud per chi guarda con nostalgia al mare, l’est per chi tende verso Venezia e il Triveneto o, appunto, i paesi dell’est, l’ovest per gli oriundi piemontesi o quelli che sentono il richiamo della grande Parigi. Anche i prezzi delle case ovviamente hanno il loro peso, ma non si tratta mai di un vero elemento discriminante perché si può dire che ogni “spicchio” di Milano includa case lussuose, medie e popolari.
Quanto agli extracomunitari, sempre più numerosi, tenderebbero a formare delle colonie, vale a dire dei ghetti, ma la milanesità è troppo forte e non glielo consente, almeno non del tutto.

(Da poesie e racconti “I love Milano” di Rosanna Prezioso)