australia a costo zero/1

12 Marzo 2014 0 Di Rosanna Prezioso

Sempre più di moda l’Australia tra chi, soprattutto giovani, cerca luoghi esotici ma senza guerriglie in corso, con vasti spazi liberi e il contatto con una natura unica e stupefacente.
Vincente si è rivelata la formula Wwof (sigla subito declinata in wofing e wofer), che associa varie fattorie disposte a offrire vitto e alloggio in cambio di mezza giornata di lavoro per cinque giorni alla settimana.
Ecco il diario in diretta di chi sta facendo propria questa esperienza.

Perth, mercoledì 12 febbraio 2014
Cari amici, rispondo a chi mi chiedeva spiegazioni riguardo a quello che stiamo facendo qui. In poche parole trattasi di giardinaggio: togliere le erbacce, ridisegnare le aiuole, raccogliere le erbe da essiccare per preparare tisane, trav
asare gli estratti di erbe, rastrellare le foglie secche, ripulire la piscina da rami e foglie di eucalipto e via dicendo. Le altre attività riguardano la cucina: cucinare e svolgere altre eventuali mansioni domestiche. Kathy, la signora che per ora ci ha “adottati” alla Dunns Herbal Farm, http://www.dunnsherbalfarm.com.au/, è una specie di maga delle erbe: cura con il metodo della kinesiologia ogni sorta di patologia.
Pochi giorni fa, andando a lavorare per un giorno presso la guesthouse della figlia, ci siamo fermati al Yanchep Park dove finalmente abbiamo intravisto
dei sonnacchiosi koala abbarbicati agli alberi e tanti buffissimi canguri spaparanzati all’ombra in cerca di un po’ di refrigerio. Visto dal vivo il canguro è davvero strano e sproporzionato.
Altra gita davvero interessante a Lancelin, dove ci sono le dune più bianche che abbia mai visto in vita mia. Le nuvole, correndo velocissime, ridisegnano le ombre, e dunque il paesaggio, a una velocità  strabiliante. Insomma, tante e tante emozioni, ma ora sono troppo stanca per continuare a scrivere, perciò lascio “parlare” le immagini. 

lunedì 17 febbraio 2014
Dopo due settimane fissi alla Dunns Herbal Farm eccoci un po’ più a sud, per una nuova esperienza davvero affascinante. Si tratta di una casa gigante costruita secondo i canoni di ecocompatibilità ed autosufficienza energetica.
In sostanza i titolari raccolgono l’acqua piovana (che qui è purissima), allevano i piccioni (usano il guano come fertilizzante), coltivano un orto seguendo i criteri della permacoltura. Se la domanda è “cosa facciamo noi qui”, la risposta è breve: impariamo l’inglese, dato che il proprietario ama conversare nei momenti liberi, la permacoltura e le varie possibilità di risparmiare energia e risorse.
Rispetto al posto precedente qui si mangia solo frutta, verdura, cibi integrali…insomma niente carne every day.
Oggi abbiamo intravisto il mare: a Cuba non è così trasparente. Il clima è ottimo, un po’ più fresco la sera. Per finire, i padroni di casa sono molto intraprendenti e già ci propongono di fermarci fino alla fine della vacanza procurandoci pure dei colloqui per trovare lavoro. Non ci sbilanciamo ancora, ma se dovesse andare bene…

giovedì 6 marzo 2014
Ciao a tutti, chiedo venia per il prolungato silenzio ma siamo coinvolti in un progetto che richiede tutto il nostro impegno, fisico e psichico. Si tratta di un grande orto perimetrato da pali di legno e rete contro eventuali predatori (canguri, conigli, volpi e uccelli).
Abbiamo cominciato col dissodare il terreno, poi siamo passati alla pacciamatura (previa potatura di alberi per usarne rami e foglie), dunque è arrivato il momento di aggiungere terra buona, sali minerali e infine un consistente strato di paglia per proteggere il terreno dalla calura quotidiana.
Mattia ha forato dei tubi che inseriti ai margini dell’orto fungono da contenitori per il compost.
Nei prossimi giorni finiremo di cementare i pali e costruiremo le porte di accesso.
Insomma, quando arriva l’ora del pranzo abbiamo a malapena la forza di sollevare la forchetta, ma dopo aver lavato i piatti l’energia per correre in bici verso la spiaggia non ci manca. Mattia si diverte pescando mentre io, tra un bagno e l’altro, cerco di farmi venire qualche buona idea che ci consenta di restare….sempre il solito problema di come ottenere il visto.
Siamo stati pure invitati a un paio di feste: alla prima eravamo troppo stanchi per arrivarci, alla
seconda, non potendo rifiutare, ci siamo divertiti un sacco.
Per finire merita raccontare quello che è successo ieri: il boss imbraccia un fucile e ci dice di salire in macchina. Scopriamo dopo poco che non lontano è stato individuato un canguro ferito a una zampa.
Scendiamo dall’auto e scorgiamo subito il povero animale. Si tratta di una femmina con una frattura esposta…chissà da quanto si trascina sofferente.
Warwick le si avvicina lentamente e spara…prima al petto poi alla testa.
Ci dice di tornare lì in bici se vogliamo prendere la coda che qui sostengono sia paragonabile all’osso buco. Mattia si munisce di ascia e coltello superaffilato e partiamo per la cruenta avventura.
La cosa si risolve in poco tempo e risulta meno difficoltosa del previsto. Ma per vedere come è fatto il marsupio rovesciamo l’animale e con sommo stupore scopriamo che dentro c’è qualcuno…. Un cucciolo, ma troppo prematuro per poter essere salvato.
Lo portiamo a casa lo stesso, avvolto nel suo marsupio, ma Gil ci dice che non potrebbe mai sopravvivere dato che non è più grande di uno scoiattolo. L’unica cosa da fare…be’, lo immaginate, non serve che mi soffermi oltre.
Un po’ triste, sì, ma sono le regole di madre natura. Un canguro ferito non può che essere abbattuto e…mangiato. Questa volta solo in parte dato che una protratta sofferenza produce molta adrenalina che rende cattiva la carne.
Portata a casa la coda l’abbiamo scuoiata, tagliata a pezzi e messa nel freezer. Nei prossimi giorni immagino ci sarà una zuppa per cena…vi saprò dire com’è.

domenica 9 marzo 2014
E meno male che esiste la selezione naturale… Del resto per un animale selvatico il movimento è tutto, non potrebbe resistere a lungo ferito in quel modo. Ce ne sono a migliaia qui intorno dove siamo e la filosofia è: pesca il necessario per nutrirti, coltiva ciò che puoi usando solo metodi naturali e meno acqua possibile (si utilizza solo quella piovana) e abbatti un animale sofferente o ferito se lo incontri per strada.
Il canguro è un animale molto forte, munito di grossi artigli, conviene stargli a debita distanza anche se è gravemente ferito. Il fucile aveva proiettili di piccolo calibro e dunque Warwich ha mirato prima al polmone dato che la testa è piuttosto piccola e si rischia di fare cilecca.
In compenso oggi abbiamo studiato i 15 punti da rispettare per costruire una casa ecosostenibile e abbiamo imparato a catturare i piccioni, che la famiglia alleva per il guano e qualche volta per la carne. Insomma abbiamo dovuto tirargli il collo come si fa con le galline, spiumarli ed eviscerarli salvando fegato e cuore che insaporiscono il piatto… Poi a pranzo ovviamente l’abbiamo assaggiato: davvero buono, stufato con patate dolci, prugne, mele e carote.

(Testi di Erica Stanta, Foto Mattia)