brianza terra di mezzo

brianza terra di mezzo

14 Maggio 2016 0 Di Rosanna Prezioso

13138914_10210060934468673_3863342956187082388_n13139152_10210060935108689_7840635488826873434_n20160508_152520 13177143_10210060933308644_7430572580764374354_n 13151593_10210060934068663_9176340031865968479_n 20160508_150549 20160508_150540 20160508_150329 20160508_145533 20160508_141944 20160508_141928 20160508_123534La Brianza che non ti aspetti è quella dei Corni di Canzo, gruppo montuoso in provincia di Lecco nel triangolo tra i due rami del lago di Como.
Oltre alle eleganti ville d’epoca dai lussureggianti giardini ora chiuse o in vendita, memorie di un tempo in cui le vacanze estive non duravano mai meno di tre mesi per le famiglie benestanti meneghine che vi si trasferivano con la servitù, la zona ha ben altro da offrire. E sembra quasi avere trovato una sua nuova, inaspettata dimensione.
Da favola!
Lungo i sentieri a vari livelli di difficoltà che si snodano inerpicandosi o discendendo nel verde fitto e rigoglioso appena interrotto dalle rapide di un ruscello o di un torrente, ecco spuntare all’improvviso un orso, una strega, un elfo, uno gnomo o animali mitologici come la libellula gigante dal volto umano o l’enorme tarantola con la sua tela stesa tra due alberi.
Sogno o incubo, queste sculture che nascono e vivono nel legno di tronchi, rami, ceppi e perfino radici affioranti dal terreno, offrono uno scenario degno della saga del “Signore degli anelli”. Perfettamente inserite nel sottobosco, vivono con esso al punto che non stupirebbe se il grande albero spoglio, dai rami spalancati come grandi braccia sopra il prato verde, all’improvviso si mettesse a parlare e a camminare.
Ha nome “Spirito del bosco” il sentiero che accoglie le strane creature realizzate da vari artisti ma soprattutto dallo scultore del legno Alessandro Cortinovis.
Una visita se la merita certamente, con o senza bambini, questo spaccato di foresta a un’ora di macchina da Milano. Anche per ammirare i ciclopici massi erratici sedimentati lungo il torrente a testimonianza di un’era glaciale in cui tutte le valli intorno al Lario, dalla Valsassina alla Valtellina, e il lago stesso, erano  uno sconfinato ghiacciaio con rari picchi affioranti. (r.p.)