abbronzatura: riconoscersi nel fototipo

abbronzatura: riconoscersi nel fototipo

10 Luglio 2017 0 Di Rosanna Prezioso

Non tutti, sebbene nati in un Paese mediterraneo come il nostro, riescono ad abbronzarsi. C’è chi diventa rosso perché si scotta, e poi ritorna bianco, chi si copre di efelidi o di macchie, e chi ha la pelle talmente chiara da non potersi permettere il sole diretto, senza scottarsi, neppure ricorrendo ai più alti indici di protezione.
Quello che manca, a chi non si abbronza, è la melanina, un pigmento naturale che la pelle produce autonomamente proprio per fare da scudo alle radiazioni solari. Devono perciò ritenersi fortunati tutti quelli che hanno la possibilità di godersi il sole senza problemi.
Ma attenzione, questo non significa essere immuni dai rischi che una esposizione sconsiderata al sole comporta. Anzi, spesso sono proprio le persone che si abbronzano facilmente a rischiare di più.
Stendersi al sole per ore, senza neppure evitare quelle centrali della giornata, significa esporre l’organismo a un’aggressione che si accumula negli anni indebolendone, a lungo andare, le difese.
Non è un caso che alla moda di essere abbronzati tutto l’anno, anche ricorrendo alle lampade abbronzanti, come accadeva fino a qualche anno fa, sia seguito un forte aumento della diffusione del melanoma.
Negli ultimi dieci anni le diagnosi di melanoma in Italia sono raddoppiate, passando da settemila nel 2006 a quasi 14mila nel 2016.
Recenti indagini hanno dimostrato che le ustioni provocate dalla scorretta esposizione ai raggi Uv, naturali o artificiali, possono danneggiare il Dna portando lentamente a una modificazione delle cellule, cosa che può indurre lo sviluppo di un melanoma.
Meno grave del melanoma è il basalioma, che però in alcuni casi può ripresentarsi e richiedere asportazioni sempre più ampie.
Non si contano, poi, i danni estetici, cha vanno dalle rughe precoci alla moltiplicazione di nei o macchie.
Ma il sole, per chi se lo può “permettere”, produce anche effetti positivi: rafforza il calcio nelle ossa e, aumentando lo spessore della pelle, la rende più resistente, liscia e omogenea. Infatti si parla di “maquillage naturale”. Anche chi soffre di problemi come acne e psoriasi pare che possa trarne dei benefici.
Ma come stabilire se, quanto e come ci si può esporre al sole in tutta sicurezza?
Per prima cosa rintracciando il proprio fototipo. Secondo la classificazione scientifica i fototipi sono sei, stabiliti in base al colore della pelle, dei capelli e degli occhi.
Al Fototipo 1 appartengono le persone con capelli, occhi e carnagione chiara, con efelidi. È il tipo che si scotta sempre e non si abbronza mai. È classificato come Fototipo 2 chi ha capelli biondi o castano chiaro, carnagione e occhi chiari; si abbronza con difficoltà e facilmente si scotta. Il Fototipo 3 include chi ha capelli castani, occhi chiari o marrone, carnagione mediamente scura. Può scottarsi ma si abbronza. Al Fototipo 4 appartiene chi ha capelli neri o castano scuro, occhi scuri e carnagione olivastra, dunque il classico tipo mediterraneo, che raramente si scotta e si abbronza con facilità. Ai Fototipi 5 e 6 appartengono gli individui con pelle molto scura (mulatti) o nera, che si abbronzano intensamente e non si scottano mai. (r.p.)