lodi e la cattedrale vegetale

lodi e la cattedrale vegetale

2 Maggio 2017 0 Di Rosanna Prezioso

20170430_131614 20170430_13163220170430_132116 20170430_132026 20170430_131738_000 20170430_13114720170430_18025020170430_180345 20170430_152602 20170430_151517Una domenica come tante, ma con un sole e un venticello fresco, quasi eccezionali per la stagione, che invitano a uscire dalla città per spingersi verso la campagna più verde che mai.
Meta della gita, la Cattedrale Vegetale dell’artista ambientalista Giuliano Mauri, nato a Lodi Vecchio ma noto in tutto il mondo per le sua architetture verdi.
La Cattedrale, formata da colonne di tronchi e rami di castagno e di abete che racchiudono all’interno giovani piante di quercia, è destinata a durare nel tempo. Infatti quando la struttura distrutta dalle intemperie scomparirà, rimarranno le querce che nel frattempo saranno cresciute e con le dovute potature adattate a formare una vera e propria cattedrale vegetale.
Molto scenografica, l’opera occupa una superficie di 1630 mq con una lunghezza di 72 ml per una larghezza di 22 ml e un’altezza massima di 18 ml. Le colonne sono in tutto 108.
La struttura è stata collocata su di un prato sopraelevato proprio accanto all’Adda, il fiume che bagna Lodi.
Dunque l’occasione è perfetta per visitare questa “piccola città” capoluogo di provincia, che conta poco meno di 45mila abitanti e che per i suoi tesori comincia a essere scoperta anche dal turismo internazionale.
La favoriscono la vicinanza a Milano, ad appena mezz’ora di macchina, e un passato di tutto rispetto che inizia con i Celti, prosegue con i Romani che ne fanno un municipium battezzandola Laus Pompeia, e continua con il Barbarossa che di fatto la fonda nel 1158 dopo che l’antico borgo viene distrutto dai milanesi.
Ma è soprattutto nel Rinascimento che Lodi conosce un periodo di grande splendore artistico e culturale come testimoniano le numerose chiese (ben dodici) e gli eleganti palazzi.
Non a caso promossa Città d’arte della Pianura Padana, Lodi sorprende subito per la sconfinata piazza della Vittoria dominata dal Duomo, una delle chiese più vaste di tutta la Lombardia. Intorno a170px-Casaro_raspaduralla piazza case a due piani dalle facciate dolorate e una continua sequenza di portici, alcuni dei quali occupati da ristoranti e caffetterie dove vale la pena di gustare le specialità lodigiane.
In primo luogo il formaggio Grana Padano DOP, che nella sua migliore produzione prende il nome di Granone Lodigiano PAT. Le forme giovani vengono tagliate a metà e raschiate con un apposito attrezzo per ottenere delle sfoglie sottilissime note come raspadüra. Assolutamente da provare.
Altri formaggi tipicamente lodigiani sono il 220px-Immagine_067mascarpone, ingrediente base del celeberrimo tiramisù e della “reale”, squisitezza in cui si alternano strati di mascarpone e di gorgonzola con aggiunta di gherigli di noce.
C’è poi il pannerone e, tra le altre specialità, frittate, zuppe, insaccati di maiale e numerosi dolci tipici come la Tortionata, gli Amaretti Fanfullini e gli Gnam-g220px-Lodi_1751_14450nam.
Lodi è rinomata anche per la produzione di cercamica artistica, attività che si sviluppò soprattutto nel Settecento.
Gli amanti della natura possono trarre godimento dalle passeggiate lungo l’Adda e in particolare nell’oasi naturalistica Bosco del Belgiardino, abitato da molti uccelli acquatici come gallinelle d’acqua, germani reali, cigni, aironi e tuffetti che proprio in questo periodo “viaggiano” accompagnati dalle loro nidiate. (r.p.)