e adesso cacio e pepe

e adesso cacio e pepe

20 Gennaio 2019 0 Di Rosanna Prezioso

 

Milano, fabbrica di tendenze come una piccola New York, non si limita a primeggiare in moda e design, ma da un po’ di tempo è concentrata anche sulla gastronomia. E dopo fusion, jap e bio, riscopre la cucina povera romana, a cominciare dalla pasta “cacio e pepe”, cibo semplice e antico amato dai pastori, ancora più antico della carbonara, dell’amatriciana e forse anche della “griscia”, una quasi-carbonara senza uova.
Dopo aver gustato un ottimo e abbondante piatto di “cacio e pepe” da Volemose Bene (Milano, via Moscova 25, per la cena prenotare almeno una settimana prima), mi sono voluta cimentare nella realizzazione del piatto a casa, senza lasciarmi troppo intimidire dalle tanto decantate difficoltà di esecuzione, soprattutto per quanto riguarda la famosa “cremina” che si deve formare sciogliendo il formaggio prima che si trasformi in grumi duri e appiccicosi. Un po’ di pazienza e si può fare. Unico inconveniente, la pasta va fatta e mangiata al momento, quindi meglio escludere invitati abitualmente ritardatari.
Ingredienti per 4 porzioni: 360 g di spaghetti un po’ grossetti e trafilati al bronzo, 240 g di pecorino romano mediamente stagionato, abbondante pepe nero tritato al momento, sale, un goccio d’olio d’oliva.
Mettere a bollire l’acqua per la pasta con poco sale (ci penserà poi il pecorino a dare sapore) e, nel frattempo, grattugiare a mano il formaggio, e in una capiente padella dai bordi alti tostare appena, in un goccio d’olio, una prima grattugiata di pepe. Cuocere gli spaghettoni solo per metà del tempo previsto, e scolarli senza gettare l’acqua di cottura. Metterli nella padella con due mestoli della loro acqua di cottura e a fiamma dolce, sempre rimestando con una spatola di legno, continure la cottura aggiungendo via via un po’ di pepe, una cucchiaiata di pecorino e un mestolo o due di acqua. Continuare così aggiungendo altro formaggio solo quando quello precedente si è sciolto completamente. Tutta l’operazione si dovrebbe concludere entro il tempo previsto di fine cottura, in una parola gli spaghetti devono rimanere al dente. Pronti per essere serviti con la loro cremina, distribuirli ben caldi nei piatti offrendo a parte altro formaggio e pepe per chi desiderasse aggiungerne.

(Dal Diario di ricette “Four Seasons” di Rosanna Prezioso)