una vita per l’arte

una vita per l’arte

14 Aprile 2019 0 Di Rosanna Prezioso

Quanti sono i milanesi che conoscono tutti i tesori artistici di Milano? Non molti direi. Provate a chiedere.
Se si escludono le gallerie e i siti più noti, dove le code non mancano mai, e ci si spinge appena fuori dal centro storico, si scopre che la maggior parte degli abitanti della città ignora di vivere in un’autentica città d’arte, con luoghi incredibilmente zeppi di tesori e di storia pronti a lasciarsi ammirare. E senza dovere neppure pagare l’ingresso.
Esemplare la Casa Museo Boschi Di Stefano, in via Jan 15, a pochi metri da  Piazza Lima. Il martedì e il giovedì ci sono pure le visite guidate (info e prenotazioni al numero 0288463736). Già il palazzo degli anni trenta, edificato con la direzione del celebre architetto Piero Portaluppi, varrebbe una visita, ma si sa, a Milano i palazzi degni di una visita sono talmente tanti che ci abbiamo fatto l’abitudine e quasi non li notiamo più, se non fosse per i turisti che si fermano, incantati, a fotografarli.
In via Jan, però, al terzo piano si entra in un appartamento che degli anni trenta ha conservato anche gli arredi di pregio, spesso creazioni dello stesso Portaluppi, per non dire dei lampadari, di raffinata eleganza, tutti realizzati con gli inimitabili vetri Venini.
Ciò che più conta e stupisce è che tutte le pareti delle numerose stanze, bagno d’epoca compreso, sono letteralmente ricoperte di opere d’arte realizzate dai massimi artisti italiani del Novecento, da Sironi a Campigli, da Morandi a De Chirico, da Fontana a Baj, e poi Manzoni, Crippa, Campigli, Vedova, De Pisis, Manzù e via elencando.
Com’è potuto accadere tutto ciò?
Merito dei padroni di casa, i coniugi Antonio Boschi (1896-1988) e Marieda Di Stefano (1901-1968), che all’ingresso salutano i visitatori da un grande quadro che li ritrae con i loro amati gatti.
La coppia, senza figli e pazza per l’arte, ha dedicato l’intera vita e il proprio patrimonio agli artisti, all’epoca ancora emergenti, che poi hanno fatto la storia dell’arte italiana del Novecento.
E’ così che Antonio e Marida, prima mecenati e poi collezionisti guidati da una sensibilità e un intuito straordinari, sono riusciti a mettere insieme oltre duemila opere, poi donate al Comune di Milano. Di queste, circa trecento si trovano nell’appartamento di via Jan.
Grazie alla collaborazione con il Touring Club Italiano, e alla sua folta schiera di volontari (ottocento si dice), la Casa Museo Boschi Di Stefano oggi si può visitare tutto l’anno, gratuitamente, usufruendo perfino di una piccola guida messa a disposizione, appunto, dal Touring. (r.p.)