il patchwork shabby chic

il patchwork shabby chic

28 Ottobre 2021 0 Di Rosanna Prezioso

Vecchie giacche di lana da riciclare? Munirsi di scucirini, spilli e forbici da sartoria, ed è subito patchwork. Da confezionare a mano con ago e filo, o a macchina per chi la sa usare.
L’idea mi è venuta alla fine delle vacanze, riguardando in tv uno dei vecchi episodi dell’Ispettore Barnaby, quelli con John Nettles. La coperta patchwork faceva parte dell’arredo stropicciato di un’anziana coppia di nobili squattrinati. E’ stato come un flash. In quella coperta ho visto subito le mie vecchie giacche, da trent’anni rimaste appese inutilizzate nell’armadio, trasformarsi in quadrotti dai colori alternati per comporre due coperte singole che mi avrebbero fatto molto comodo nella casa al mare.
Ma tra il dire e il fare… si sa che le cose non sono mai semplici come le immaginiamo nei momenti di euforia. Così, dopo essermi procurata scucirini nuovi e aver scovato in un cassetto un paio di forbici da sartoria, lascito di mia suocera, ho cominciato a disfare le giacche, una decina e anche di più. Quindi ho stirato bene sui due lati i ritagli ottenuti e ho iniziato a ritagliare i primi riquadri, usando un campione da sovrapporre al tessuto per ottenere quadrati delle stesse dimensioni.
Secondo step, mi sono procurata del filo grosso, quello che si usa per attaccare i bottoni di giacche e paltò, e ho iniziato ad assemblare i pezzi unendoli uno all’altro, a rovescio, con un veloce punto macchina. Non senza aver prima deciso l’accostamento dei colori riga per riga. Ed è così che sono arrivata al completamento della prima coperta 200×140 cm con riquadri di 20×20 cm.
Ma era mia intenzione completare l’opera con una fodera piacevole al tatto e in accordo con i colori delle coperte, così da Raponi, ampio e ormai storico negozio milanese di tessuti e accessori per sarte, ho trovato del morbido fustagno color nocciola e, in più, la garza adesiva da applicare sul rovescio per fissare le scuciture. Ma la cosa più bella è stata che ho scoperto l’esistenza anche di una garza biadesiva, sottilissima e leggerissima, da mettere all’interno, fra il patchwork e il fustagno, perchè diventino un pezzo unico, inamovibile. Qui l’operazione è stata un pochino più complicata, ma agevolata dal fatto che dispongo di un tavolo di 2 metri per 80 cm. dove ho potuto distendere per bene le coperte.
Una volta sistemati i vari strati e aver passato il ferro da stiro ben caldo per farli aderire, si è trattato di cucire a rovescio tutto il perimetro del bordo delle coperte, salvo un lato per poterle rivoltare e, con un’ultima passata di ferro, far attaccare la fodera al patchwork. Infine, con un sottopunto, ho unito i tessuti nel lato corto ancora aperto.
Dopo l’esperienza con la prima coperta, la realizzazione della seconda è stata quasi… una passeggiata. (R.P.)