cefali al forno
Sono almeno tre le ragioni per cui a tavola si dovrebbe dare la preferenza al pesce azzurro: è ricco di acidi grassi polinsaturi, i famosi Omega 3, cioè quelli che aiutano a mantenere l’elasticità delle arterie e quindi il buon funzionamento del cuore; generalmente non è allevato ma pescato, a tutto vantaggio del sapore e della qualità; e, dulcis in fundo, costa meno rispetto a tutti gli altri pesci più o meno “nobili”.
Fanno parte del pesce azzurro alici, sarde, cefali, sgombri. Per apprezzarne appieno il sapore è molto importante il modo in cui li si cucina. Dato per scontato che “fritto è meglio” ma, si sa, non fa bene nè alla linea né al colesterolo, bisogna saper distinguere tra cosa è meglio ai ferri e cosa in umido, lesso o in zuppa, col pomodoro oppure no.
I cefali, ad esempio, hanno un sapore delicato che si perderebbe se venissero cotti in troppa acqua, cioé lessati, e anche fatti ai ferri non rendono al meglio. Mentre se si cuociono al forno con poco brodo e aromi semplici come prezzemolo, aglio e limone, risultano talmente squisiti da confonderli con i branzini.
Ingredienti per 2 persone: 2 cefali medio-grandi eviscerati e desquamati, 1 mazzetto di prezzemolo, qualche spicchio d’aglio, 2 limoni, un pezzetto di dado per brodo, olio d’oliva, pepe.
Adagiare i cefali in una teglia con bordo e aggiungere il prezzemolo tritato grossolanamente, gli spicchi d’aglio tagliati a julienne, il pezzetto di dado, un dito scarso d’acqua e un limone a fette. Infilare nel forno preriscaldato a 180°C e cuocere per una ventina di minuti. Togliere dal forno e pulire bene i pesci eliminando la testa, la pelle e le spine. Condire con olio d’oliva (poco o nulla nella versione dietetica), pepe e succo di limone. Servire caldo con patate lesse o carciofi lessati alla romana.
(Da “La gola e la linea”, inedito di Rosanna Prezioso)