dove regna il riso

dove regna il riso

23 Gennaio 2024 0 Di Rosanna Prezioso

Visitare l’interno dell’isola di Bali, perla dell’Indonesia, significa immergersi nel mare verde delle sue risaie, che dal piano risalgono lungo i pendii ridisegnati dalla mano dell’uomo a creare armoniosi terrazzamenti.
Come in tutto l’Oriente, dalla Cina al Giappone all’Indonesia, il riso è il pane quotidiano, ma qui è anche più di questo. Nella vita dei balinesi, infatti, il riso non ricopre la sola funzione alimentare, ma è pervaso di un forte valore simbolico e religioso. Dal riso consumato a tavola, alle offerte quotidiane alle divinità per invocare fertilità, a quello posto sulla fronte come protezione per la giornata, nell’“isola degli dei” questo cereale è anche alla base della vita spirituale. La sua importanza è dimostrata anche dal fatto che ci sono ben tre nomi per indicare il riso: padi per il riso dei campi, beras per quello venduto al mercato, e nasi per il riso servito cotto, come pietanza.
Ciò che rende unico il riso balinese è il modo in cui viene coltivato: ripide terrazze alimentate da un sistema di irrigazione ideato nel IX secolo e conosciuto come subak. Il subak, patrimonio dell’Unesco dal 2012, è un complesso sistema di irrigazione delle risaie basato su dighe e canali, ma soprattutto sulla gestione cooperativa dell’acqua. Che proviene da una fonte di cui usufruiscono più famiglie di contadini, procede verso le risaie, attraversa i templi e poi bagna le coltivazioni. Il sistema riprende infatti il concetto secondo cui ambiente e divinità sono strettamente correlati: l’acqua, passando per i templi, si purifica e, grazie alle preghiere dei fedeli, il raccolto si fa rigoglioso. Un raccolto che varia dal verde al giallo scuro, fino ad assumere sfumature di rosso a seconda del grado di maturazione del riso. Un vero spettacolo per gli occhi.

Il tempio dell’acqua
L’isola di Bali è l’unica di fede induista dell’intero arcipelago indonesiano, che invece è di religione musulmana. A ricordarlo basterebbero i 20 mila templi sparsi in tutta l’isola, che ha una superficie vicina a quella della Liguria. Tra tutti i templi se ne trovano alcuni molto importanti a livello religioso e altri particolarmente suggestivi e affascinanti, come il tempio dell’acqua Tirta Ganng (dal nome del fiume sacro Gange).
Il palazzo, fatto costruire dal rajah di Amlapura, appassionato di tutto ciò che ha a che fare con l’acqua, sorge in cima a una collina circondata da risaie terrazzate e con vista sull’altissimo vulcano Gunung Agung, detto anche “l’ombelico del mondo”.
Intorno all’edificio grandi piscine percorribili tramite passerelle o camminando su piastrelle galleggianti, poco distanti l’una dall’altra. L’acqua, intensamente popolate da carpe koi, anche di grandi dimensioni, zampilla ovunque creando giochi d’acqua. E non mancano due piscine balneabili per chi desiderasse rinfrescarsi. (r.p.)

(Foto Fulvia Prezioso)