grappa della laguna

grappa della laguna

26 Settembre 2016 0 Di Rosanna Prezioso

Nella laguna di Grado, a metà strada fra Grado e Lignano, c’è un isolotto (uno dei tanti!) sul quale, se si ha la fortuna di trovare un posto per “parcheggiare” la barca, si può pranzare (o cenare) ai “Fiori de Tapo”, una trattoria aperta 4 anni fa da un intraprendente friulano di Aquileia con alle spalle una lunga esperienza nella ristorazione.
Il pesce, freschissimo, proviene in buona parte dalla “valle” annessa all’isolotto; il vino, soprattutto il friulano, come adesso si deve chiamare il tocai, è altrettanto eccellente. E come digestivo si può gustare la grappa profumata al santonego, in italiano santonico, o seme santo o assenzio marittimo, tecnicamente un’artemisia della famiglia delle Asteraceae, pianta erbacea perenne di colore grigio-azzurro che cresce proprio qui, tra le barene più o meno sommerse dall’acqua salmastra secondo i capricci delle maree.
Si tratta di un’erba aromatica assolutamente atossica che un tempo – lo ricordo anch’io! – veniva impiegata come vermifugo. Oggi si preferisce attribuirle un imag1472-copiaeffetto digestivo, soprattutto se abbinata alla grappa. Quello che posso testimoniare è la gradevolezza dell’abbinamento che invito senz’altro a provare anche chi, come me, non è assolutamente un fan dei superalcolici e della grappa in particolare.

Altro breve dettaglio botanico, i “fiori de tapo” non sono altro che lo statice che a fine estate colora di azzurro e violetto le barene della laguna di Grado. Va detto che statice e santonico sono piante categoricamente protette.
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la ricetta

Ingredienti: 1 litro circa di buona grappa, 3 rametti di santonico, 3 cucchiai di zucchero.

Sciogliere lo zucchero in un bicchiere di grappa e unirlo alla grappa in bottiglia. Inserire nella bottiglia i rametti di santonico privati della radice e delle parti secche alla base. Lasciare a riposo per tre mesi scaduti i quali la grappa è pronta da bere salvo, per renderne più soave il sapore, addolcirla ulteriormente con l’aggiunta di zucchero.
Una precauzione: assicurarsi sempre che i rametti rimangano completamente sommersi dalla grappa altrimenti a contatto con l’aria rimasta nel collo della bottiglia potrebbero annerire e marcire compromettendo il risultato finale del liquore. Se dovesse accadere eliminare immediatamente il santonico e correggere l’eventuale retrogusto troppo amaro del liquore con l’aggiunta di altro po’ di zucchero (due o tre cucchiai). “Maturando”, da bianca la grappa diventa di un bel colore giallo ambra.

(Dal Diario di ricette “Four Seasons” di Rosanna Prezioso)