chambéry, città d’acqua
È una città che riserva molte sorprese Chambéry. Città francese d’oltralpe circondata da dolci colline e illuminata dalle acque turchesi del suo lago che, sviluppato più in lunghezza che in larghezza, ricorda molto il nostro Lario, sembra avere tutti i requisiti per il dolce vivere.
A ben guardare qui la gente se la passa piuttosto bene e lo conferma, cifre alla mano, il notevole sviluppo urbanistico che ha dato nuovo impulso alla città negli ultimi anni. L’ex capitale del regno dei Savoia può andare fiera del suo passato e del suo presente, sebbene vissuti sotto bandiere diverse, quella italiana e quella francese.
Se ancora ce ne fosse bisogno – e probabilmente ce n’è visti i risultati della Brexit – si dovrebbe apprendere proprio da città come questa, crocevia di culture, quanto siano privi di senso i confini che ancora spezzettano l’Europa, in realtà unita da una sola, unica cultura, quella europea, appunto. E pazienza per le lingue diverse.
La cosa più curiosa di Chambéry è che a vederla così solida, ricca di alti palazzi d’epoca, con un monumentale castello e una imponente cattedrale, nessuno immaginerebbe che poggi su palafitte. Sono ben trentamila solo quelle servite per la costruzione della cattedrale, ma tutto il centro storico, che un tempo era una palude ed era perfino attraversato da due fiumi (poi deviati per motivi di sicurezza), è “sorretto” da palafitte. Insomma città d’acqua quasi come Venezia. Infatti, se non si vedono i canali è solo perché questi sono stati coperti per fare spazio alla rete fognaria, ma dal rialzamento del fondo stradale in alcuni crocevia si può facilmente intuire dove prima c’erano i ponti.
Monumento simbolo di Chambéry è la Fontana degli elefanti. Fatta erigere dalla cittadinanza nel 1838 in onore del generale de Boigne, grande benefattore della città, che dopo avere conquistato fama e fortuna nelle Indie ritornò a Chambéry e rifece di sana pianta la rue de Boigne, nel centro storico, delimitandola con portici in stile torninese.
La cattedrale, già cappella dei francescani nel ‘400, venne ricostruita e “promossa” cattedrale nel 1779. L’interno, decorato in stile gotico fiorito, offre uno stupefacente esempio di trompe l’oeil, molto in voga all’epoca, qui totalmente realizzato da un artista piemontese. In una edicola della navata sinistra si può ammirare una copia fotografica fedele all’originale della Sacra Sindone, reliquia che prima di essere custodita a Torino si trovava a Chambéry.
Tutte le domeniche, fino alla fine di agosto, nella cattedrale alle h.17.30 si tengono concerti d’organo gratuiti preceduti da una visita guidata alle h.17.
L’opera più singolare e scenografica della città è sicuramente la Rotonda Sncf, deposito ferroviario datato 1906, sormontato da una gigantesca cupola in ferro battuto che misura 108 metri di diametro. Sotto, 36 binari a raggera che possono ospitare contemporaneamente 72 treni. Una piattaforma circolare semovente, al centro, consente di trasferire i treni e le locomotive da un raggio all’altro o verso l’uscita.
Quello che non ci si può negare, nel caso di una visita, è una crociera sul lago del Bourget con visita all’Abbazia di Hautecombe, e una passeggiata nel giardino de Les Charmettes, dimora estiva, ora trasformata in museo, di Jean-Jacques Rousseau e della sua ospite Madame de Warens. Ed è di Rousseau il più bel complimento alla città che si può leggere tra i vari manoscritti conservati all’interno della villa: “Se esiste una città al mondo dove si può apprezzare la dolcezza della vita, questa è Chambéry!” (r.p.)
Foto Giovanna Dal Magro
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<http://www.chambery-tourisme.com>
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