san maurizio, la milano che non ti aspetti
Incredibile ma vero, anche Milano ha il suo palazzo Farnese, solo che non si tratta di un palazzo ma di una chiesa, anzi due.
La chiesa di San Maurizio, con ingresso in corso Magenta, nasce intorno all’anno 1000 insieme con il monastero benedettino femminile detto Monastero Maggiore.
La prima peculiarità è che dietro l’altare della chiesa destinata ai fedeli se ne apre un’altra, completamente affrescata e decorata come la prima, destinata alle monache di clausura. Monache che nei secoli, fino al 1798 anno in cui il monastero venne sciolto, ebbero un ruolo di primo piano nelle vicende non solo religiose ma anche politiche ed economiche di Milano.
Insomma donne di potere, una tradizione che probabilmente inizia con la badessa Gerechilda, la prima di cui si ha notizia nel 1027, e continua con altri nomi prestigiosi prestati al ruolo dalle grandi famiglie patrizie della città.
Dietro l’altare della chiesa aperta al pubblico esiste ancora una grata dalla quale le monache potevano osservare i fedeli che seguivano le funzioni e interagire discretamente con essi e soprattutto con i numerosi parenti che venivano a fare loro visita.
C’è chi sostiene che, rispettando poco la regola della clausura, essendo spesso obbligate a prendere il velo dalla famiglia, alcune “sorelle” ne approfittassero per gettare uno sguardo al mondo e a quello che avevano irrimediabilmente perduto (la manzoniana “monaca di Monza” insegna).
L’altra peculiarità del Monastero Maggiore è che venne eretto in una zona della città molto importante in età romana, all’interno delle mura e sull’area del Circo, agli inizi del sesto secolo considerato ancora luogo pubblico tanto che nel 604 vi si radunarono i Longobardi per acclamare re Adaloaldo.
Del circo romano rimane ancora traccia nella torre poligonale che faceva parte delle mura erette a difesa della città.
Reperti romani rinvenuti durante gli scavi si trovano parte nei sotterranei del Castello sforzesco e parte presso il Museo archeologico a cui si accede dall’ingresso settecentesco accanto alla chiesa in corso Magenta. Nel Museo, che ora accoglie reperti di varie culture mediterranee, è prevista la creazione del Museo di Milano romana.
Il Monastero visse alterne vicende, solo in parte note come la contesa tra i Visconti e i Torriani per aggiudicarsene il controllo, sulle quali, se si indagasse, forse si potrebbe costruire un romanzo storico sul genere de I pilastri della terra di Ken Follett o addirittura del capolavoro di Umberto Eco Il nome della rosa. E chissà che un giorno qualcuno non ci pensi.
Ma torniamo ai fatti. Col tempo, grazie alle donazioni, alla buona amministrazione e alla notevole influenza politica, il Monastero Maggiore si arricchì a sufficienza per poter decidere un restyling, come si direbbe oggi, di tutto il complesso che a partire dall’anno 1503 si tradusse in un’opera di ricostruzione e di graduale e sontuoso rivestimento decorativo. E non mancavano certo i nobili finanziatori desiderosi di inscrivere il loro volto o i loro stemmi gentilizi nelle numerose cappelle.
Allo scopo furono chiamati i migliori artigiani e artisti dell’epoca, tra i quali Bernardino Luini, e si procedette per un intero secolo a una decorazione globale rifacendosi ai temi più apprezzati del tempo come soggetti mitologici, favole cortesi, scene del nuovo e dell’antico testamento.
Ora, dopo 30 anni di restauri costati circa 4 milioni di euro la chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore si presenta al suo meglio, un vero e proprio gioiello che in molti non esitano a definire la “Cappella Sistina” ambrosiana. (r.p.)
Nelle ricostruzioni: la Milano romana con il Circo e il Monastero Maggiore nel suo periodo di maggiore espansione.
(Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore, corso Magenta 15, Milano.
Ingresso libero e gratuito dal venerdì alla domenica dalle 9.30 alle 19.30 grazie ai volontari del Touring Club Italiano e all’iniziativa “I luoghi aperti per voi”. Info: www.apertipervoi.it)