parigi in stile vintage
Ci sono tanti modi per visitare Parigi, in moto, in macchina, in bici, in limousine, naturalmente anche a piedi per chi ha buone gambe o in monngolfiera per gli amanti del volo silenzioso. E poi in pullman, un classico per turisti tradizionalisti, o con la metropolitana, veloce ma ti perdi il panorama, e persino in battello o meglio in bateau mouche per i più romantici e ovviamente in taxi.
Ma in genere nessuno si aspetta di farlo con ardite duecavalli, pronte a tutto nonostante l’età, anche a tenere a bada il traffico frenetico della metropoli con una sosta fuori programma per porre rimedio a qualche acciacco improvviso che ha tolto fiato al motore.
Per gli amanti del vintage e dell’avventura niente di più elettrizzante, visto che il pacchetto prevede anche qualche spintarella per far ripartire la macchina oltre a docce improvvise se il guidatore non ha provveduto tempestivamente a riavvolgere la capote fiutando odor di temporale.
Proprio quello che è successo al nostro gruppo in una giornata d’ottobre in cui sole e temporali si alternavano con la velocità della luce. Mais ça c’est Paris, come sostengono i parigini.
Il clima e la luce giusta che crea l’aura mitica della ville lumière non è certo il sole dardeggiante – non siamo mica a Napoli! – e neppure la pioggerella insistente che fa tanto Londra, ma quel grigio luminoso mosso dal vento che può aprirsi da un momento all’altro per lasciare spazio al blu, e poi richiudersi di nuovo incalzato da un corteo rotolante di nuvole atlantiche.
Dunque la duecavalli a Parigi ci sta bene. Al clima mutevole e imprevedibile, ora forte ora dolce, aggiunge quel pizzico di brivido, di rischio, di suspence che piace non solo ai francesi ma a quanto pare anche ai turisti visto il successo dell’iniziativa che ormai ha dieci anni di vita e coinvolge più agenzie motorizzate.
I conducenti ingaggiati sono in genere baldi giovanotti pronti a buttarsi senza paura nel traffico più intenso del centrocittà, e fanno anche un po’ da guida turistica suggerendo e spiegando cosa si va a vedere e perché. Ovviamente nella macchina si sta solo in tre, oltre all’autista, ma nulla vieta di organizzare un convoglio di auto se si è in più persone. Basta avere la pazienza di aspettare gli eventuali ritardatari…se capita, e non perdersi di vista. (r.p.)
(Foto Giovanna Dal Magro)
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