profumi d’italia
Ad attrarre in Italia i turisti da tutto il mondo, c’è un quid in più, anzi più di uno: i suoi profumi. Che mutano da regione a regione, da costa a costa, da monte a monte e perfino da città a città. Forse noi, che abitiamo da sempre nel Belpaese, non ce ne rendiamo conto, eppure ogni lembo dello Stivale elargisce con generosità le sue fragranze, la sola cosa che non si può inscatolare e portare via, ma che rimane custodita nella memoria.
Certo, gli odori esistono in tutto il mondo, e i grandi “nasi” lo sanno e lo hanno sempre saputo, tant’è che viaggiano spesso a caccia d’ispirazione, però la bella Italia ne è particolarmente ricca.
Si parte dal profumo della polenta a nord, che all’imbrunire invade le stradine di certi paesini in pietra (sì, ce ne sono ancora, per fortuna) lungo i pendii dell’alta Valtellina, o sopra Tarvisio, nei villaggi più interni, ai confini con l’Austria, mentre la Sicilia primeggia con le sue folate inattese di gelsomino (quello vero!), che giungono a sorpresa da un vicolo con le case fatiscenti che paiono sgretolarsi al sole, o da sotto un balcone retto da mensole di ferro arruginito e nessuna traccia di vegetazione intorno. E’ un profumo così penetrante da superare in intensità qualsiasi cattivo odore, e la cui forza oltrepassa gli alti muri di tufo che celano giardini semidimenticati.
In Sardegna non si sfugge all’aroma balsamico degli eucalipti, e dovunque sull’Appennino, dalla Toscana in giù, si è accolti da ondate fragranti, esclusivamente mediterranee, in cui si mescolano mirto e menta, alloro selvatico e origano, finocchietto e rosmarino. E’ un profumo antico, che parla di mare e che probabilmente è rimasto immutato in tutto il bacino mediterraneo, Grecia e Turchia incluse, dai tempi di Ulisse.
Ma appena si arriva nell’antica Cartagine, in Nordafrica, l’aroma cambia: mirra, curry, curcuma, incenso e paprika, gli odori del suk, si mescolano alla fragranza selvaggia della lana, raggiungendo note così acute da restare indimenticabili. Un po’ come gli odori dell’India, rischiarati da ondate di legno di sandalo e rosa, frangipane e fava tonka. Sporcizia e escrementi sono così nobilitati, Paradiso e Inferno sono equamente presenti e non è concesso sfuggirvi.
Di nuovo in Italia, per chi cerca calma e relax ecco un bosco d’abeti su, in montagna, dove il sottobosco vibra di muschio e muffe, di fogliame in decomposizione e ciclamini fragranti a cui la resina di pino aggiunge un che di fresco e di stimolante. Odori “materni”, mentre il mare, con il suo miscuglio aspro di alghe, salsedine e nafta, non può che essere virile. (r.p.)