gli alimenti medicati
Sono sempre di più e hanno sempre più successo gli alimenti con funzioni terapeutiche. Dagli yogurt che apportano fermenti lattici alla flora intestinale a quelli che abbassano il colesterolo nel sangue, dalle patate arricchite con sali minerali alle barrette vitaminizzate e molto altro ancora. Si può ben dire che sempre di più ora il benessere lo si acquista al supermercato. Una tendenza che non registra battute d’arresto, anzi manda segnali in controtendenza rispetto alla crisi che fa registrare carrelli sempre meno pieni. Sarà perché quando tutto va male ci si preoccupa di salvaguardare per lo meno la salute, sarà perché soprattutto nei ceti medio-alti si è sviluppata una maggiore sensibilità alla prevenzione, fatto sta che il settore salutistico in generale registra andamenti più positivi che negativi.
Ma tutti questi alimenti medicati hanno davvero una qualche efficacia o si tratta semplicemente di astute strategie di marketing?
Secondo Chiara Agrusti, responsabile marketing per i prodotti dimagranti di Nutrition & Santé, si tratta di una tendenza che coinvolge tanto le aziende quanto i consumatori. «Del resto già da anni», dice, «si registra un aumento dei prodotti integrati e le normative in questo campo sono molto stringenti sia sui claim (ndr: quello che si può scrivere sul prodotto), sia sui principi attivi effettivamente contenuti. Inoltre a partire dal 2013 vi sarà un’ulteriore irrigidimento della legge che richiederà che vi siano stati a monte studi clinici sufficientemente sperimentati per poter dimostrare che quanto si dichiara corrisponde al vero».
Per la dottoressa Maria Gabriella Di Russo, medico chirurgo e nutrizionista, occorre fare dei distinguo. «I prodotti citati», osserva, «appartengono a categorie diverse e con indicazioni diverse. Per valutare la reale efficacia pretesa dai vari prodotti è indispensabile valutare, se esistenti, pubblicazioni scientifiche su riviste scientifiche internazionali».
E come ci si regola per la durata del, diciamo così, trattamento?
È bene seguire quanto viene indicato sulla confezione o diffuso attraverso la comuncazione, ma si può fare meglio chiedendo consiglio al proprio medico di fiducia o, in seconda istanza, al farmacista.
Oggi si assiste anche all’introduzione nella dieta di generi alimentari esotici che agirebbero come toccasana nei confronti di vari disturbi. C’è da fidarsi?
E’ probabile che prodotti che nel loro luogo d’origine hanno una storicità estremamente lunga come, per fare un esempio, le alghe kombu giapponesi, producano effettivamente qualche effetto, ma non si tratta certo di panacee per risolvere tutti i mali.
L’ossessione del “magro è bello” oggi spinge molti a mettersi a dieta facendo ricorso a smorzafame, integratori o alimenti studiati per offrire un certo apporto alimentare a basso tasso calorico. E’ sano tutto ciò?
«È dal 1967 che a Parigi con il prof. Apfelbaum e dal 1973 in ad Harward (Usa) con il prof. Blackburn, si parla di diete proteiche», annota la dottoressa Di Russo. «In particolare il professor George L. Blackburn introdusse per primo il termine di “dieta proteica”. I suoi studi hanno portato alla codifica della quantità esatta di proteine che bisogna assumere nel corso di una dieta ipocalorica con limitato apporto di carboidrati, per proteggere la massa magra di un individuo, cioè da 1,2 a 1,5 grammi per chilo di peso ideale. Negli anni i suoi concetti sono state ripresi in varie diete battezzate con più nomi: “dieta chetogenetica”, “dieta Atkins”, “dieta Dukan”, ecc. Il fine è garantire prevalentemente la perdita di massa grassa, con l’intento di preservare il tono muscolare. Le diete drastiche autogestite arrecano danni all’organismo, la cosa giusta è affidarsi a un medico esperto al fine di avere le giuste basi per rimodellare il corpo, ossia dimagrire con criterio anche con diete iperproteiche».
Certamente non sono sane le diete fai-da-te a base di sola verdura, di sola frutta o di sole proteine. Proseguendo con questi regimi per più di una settimana si rischiano squilibri alimentari che col tempo possono avere ripercussioni sulla salute. Erroneamente si pensa che nutrendosi solo di frutta o di sola insalata si assumano tutte le vitamine e i sali minerali necessari mentre non è così.
Quindi, come orientarsi nella scelta di fronte alla vasta offerta di prodotti dietetici?
«Il metodo Proti Plus è una dieta moderatamente ipocalorica/iperproteica basata sulla combinazione di un programma facile da seguire», suggerisce la Di Russo, «che permette di conciliare preparati proteici con i normali cibi comunemente usati. Consente di perdere quasi esclusivamente massa grassa, proprio grazie alle proteine che stimolano il metabolismo basale, innescando la lipolisi e preservando il tono muscolare. La dieta combina il consumo dei prodotti dietetici ProtiPlus con un’alimentazione sana ed equilibrata a base di frutta, verdura, latticini magri, pesce e carne magra. Durante la settimana di dieta, in ogni fase, si può invertire il menù consigliato per il pranzo con quello indicato per la cena. Inoltre si può scegliere il prodotto ed il gusto che più piace e sostituirlo a quello suggerito nello schema. Prevede 3 giorni intensivi, 2 giorni progressivi e 2 di pre-equilibrio».
E’ vero che eliminando dalla dieta i carboidrati si può andare incontro a seri problemi di carenza di vitamina D, di calcio e a disturbi come la chetosi?
«Le diete chetogeniche (vedi Tisanorreica e Dukan)», spiega la Di Russo, «si basano sul presupposto che un’alimentazione ricca di proteine e lipidi e molto povera di carboidrati mantenga costanti i livelli di insulina evitando l’accumulo di grasso e favorendo il suo utilizzo a scopo energetico (dimagramento). Ma diminuendo i livelli di glucosio oltre i limiti raccomandati il corpo si vede costretto ad attingere energia da altre fonti: proteine e lipidi. La dieta chetogenica, a causa dell’elevato apporto di grassi e proteine può causare gravi problemi come uremia e chetosi (aumento della concentrazione dei corpi chetonici nelle urine e nel sangue). L’organismo umano necessita di glucosio per sopravvivere, fonte energetica per il sistema nervoso centrale. I corpi chetonici sono recepiti a livello del centro dell’appetito nell’ipotalamo (una regione del cervello), e determinano l’assenza dello stimolo della fame. In condizioni particolari di estrema carenza di glucosio il corpo ricorre ai corpi chetonici per sopravvivere. Senza dubbio le diete chetogeniche funzionano nell’immediato ma sottopongono l’organismo a uno stress continuo e non salutistico. Dopo tali premesse è importante sottolineare che la dieta iperproteica che porta alla formazione dei corpi chetonici non può essere gestita dal singolo individuo, ma è indispensabile l’affiancamento di un medico specialista e tantomeno può essere affidata a un dietista. La dieta iperproteica pura deve essere prescritta solo dal medico, deve avvalersi di un’accurata visita medica con un profilo di esami ematochimici, cui seguirà un periodico controllo medico sino al raggiungimento del peso desiderabile».
Ricorrendo al metodo Proti Plus ci si può costruire da soli una dieta completa, sana e corretta?
«Il metodo Proti Plus», spiega la dottoressa Di Russo, «può essere gestito con libertà e facilità perché presenta un doppio vantaggio: da una parte è una dieta proteica non rigida che consente la perdita di peso senza rischi né difficoltà d’uso, dall’altra permette di frazionare l’assunzione di proteine consentendo di riprendere uno stile di vita normale durante il fine settimana. Con il metodo Proti Plus si segue una dieta ipocalorica a base di proteine in cui si associa l’utilizzo dei normali cibi combinati con preparati proteici. I preparati proteici integrano una quota di proteine, che varia nell’arco di una settimana, ma non sostituiscono i cibi. Il fine è di garantire prevalentemente la perdita di massa grassa, mediante la stimolazione della termogenesi indotta dalla dieta stessa, con l’intento di preservare il tono muscolare. I preparati proteici agiscono sul senso di sazietà ritardando il senso di fame, apportano un ridotto quantitativo di zuccheri e grassi, sono arricchiti di un complesso multivitamico e dei minerali necessari per evitare carenze durante la dieta, contengono fibre prebiotiche che aiutano ad aumentare il senso di sazietà, migliorano l’equilibrio della flora intestinale e modulano l’assorbimento dei diversi nutrienti». (r.p.)