la salute vien mangiando
Capita, di questi tempi, che si cerchino cibi alternativi non per gola ma per motivi di salute. Forse perché mangiamo troppo e male sono in aumento molti disturbi legati direttamente o indirettamente alle abitudini alimentari. Assai diffuse allergie e intolleranze con un picco in salita per diabete e celiachia. E dato che non sempre si ha la fortuna di trovare il medico specialista capace di suggerire le cure risolutive, non resta che curarsi da sé eliminando quei cibi più di altri indicati come nocivi o mal tollerati.
All’inizio sconvolgere le proprie abitudini alimentari può risultare traumatico, ma abbastanza in fretta, soprattutto se si notano dei miglioramenti, ci si abitua ai nuovi sapori e si può arrivare ad apprezzarli più dei piatti tradizionali ai quali si era abituati.
Chi volesse approfondire il tema può leggere il libro “L’alimentazione antidolore” di Jacqueline Lagacé (Sperlig & Kupfer) che pone l’accento sulla necessità di seguire una dieta ipotossica per contrastare o prevenire tutta una serie di disturbi o vere e proprie malattie per le quali la medicina classica spesso non ha risposte risolutive. Come l’artrosi, l’acne, la colite, la gastrite, la psoriasi e molte altre. Nel libro, che sottolinea quanto sia importante, oltre alla scelta dei cibi anche il modo di cucinarli, sono incluse tabelle con tutte le indicazioni necessarie per comprendere se un alimento è ammesso, consigliato oppure assolutamente da bandire.
Ecco, in sintesi, le regole base:
♦ Eliminare tutti i cereali tranne riso, grano saraceno e semi di sesamo.
♦ Eliminare il latte animale di qualsiasi specie e i suoi derivati.
♦ Consumare il più possibile cibi crudi o cotti a meno di 110°C.
♦ Scegliere alimenti biologici simili ai prodotti originali.
♦ Consumare oli di prima spremitura a freddo.
♦ Assumere sali di magnesio, oligoelementi, vitamine e fermenti lattici (probiotici).
♦ Preferire probiotici in capsule.
Una volta deciso come riorganizzare i propri pasti si va a caccia di ricette che possano risultare gradite nonostante le dovute “esclusioni”. In rete si trovano già molti siti che trattano l’argomento suggerendo prodotti e ricette. Per chi ama il cartaceo è appena uscita la nuova rivista “Free. L’arte di vivere senza glutine” che offre splendide ricette illustrate per chi deve nutrirsi senza glutine o senza latticini o senza entrambi. Fortuna vuole che anche nei ricettari della cucina regionale, e non solo di quella italiana, si possano trovare ricette perfette e collaudate dove non entrano né farina di frumento, né latte o derivati come la panna o il burro.
Tanto per cominciare, dato che gli unici cereali senza glutine sono il riso e il grano saraceno, ecco le francesissime galettes, da non confondere con le nostrane gallette. In pratica crêpes di grano saraceno da farcire preferibilmente con cibi salati. E poi ci sono i pizzoccheri della Valtellina, in pratica tagliatelle fatte con grano saraceno, che risultano squisite anche se condite solo con verdura, aglio e olio. Ciascuno, in base ai propri gusti, dovrebbe costruirsi il suo personale ricettario e magari arrivare a inventarsi, pescando tra farine di cocco, di castagne, di mandorle o di quinoa, autentiche, inedite prelibatezze.
Qui, di volta in volta offriremo spunti e suggeriremo ricette per chi ha scelto di mangiare alternativo, indipendentemente dalla linea ma solo e soprattutto per cercare di stare e sentirsi meglio. (r.p.)