le chiacchiere di una volta
A Carnevale la tradizione vuole che si festeggi con dolci grassi, fritti per lo più. In testa la pasta fritta, come le sottilissime chiacchiere milanesi oppure i crostoli veneti o ancora i calzoni, crostoli farciti di ricotta e cacao oppure di marmellata.
Per friggere un tempo si usava lo strutto, poi soppiantato dall’olio di semi. Ma resistono ricette in cui l’aggiornamento non è consentito perché penalizzerebbe il sapore del fritto. Un esempio per tutti il mitico gnocco fritto che si può gustare a Bologna e dintorni.
Così, per fare qualcosa di diverso, ecco le chiacchiere che come si faceva un tempo usano lo strutto sia all’interno della pasta, sia nella padella per friggerle. L’idea mi è stata suggerita dalla pagina di cucina del Corriere della Sera.
Ingredienti: 500 g di farina, 90 g di zucchero, 90 g di strutto, 2 uova, 1 bicchierino o due di marsala, 1 bustina di vanillina, 1 pizzico di sale, zucchero a velo.
In un’ampia ciotola mettere a fontana la farina, lo zucchero, il sale e la vanillina. Al centro aggiungere le uova e lo strutto e iniziare a lavorare l’impasto con una forchetta. Per ammorbidirlo aggiungere poco per volta anche il marsala e lavorare la pasta con le mani fino a ottenere una palla liscia e compatta. Lasciarla riposare per un’ora nel frigorifero, riprenderla e sull’asse di legno tirare la sfoglia, possibilmente sottile. Con la rotellina ritagliare dei rombi e friggerli nello strutto bollente. Metterli ad asciugare su due strati di carta assorbente e quando sono freddi ricoprirli con zucchero a velo.
(Dal Diario di ricette “Four Seasons” di Rosanna Prezioso)