milano the day after
Ecco come appariva Milano ieri, alle tre del pomeriggio, nelle zone calde della guerriglia. Strade dall’asfalto immacolato, appena qualche briciola di vetri rotti lungo i bordi dei marciapiedi, probabile rimasuglio delle auto incendiate e subito portate via forse nella notte stessa, qualche macchina sapientemente “medicata” con scotch da pacco.
Fogli di plastica appiccicati in modo ordinato contro le vetrine dei negozi sfondati, parte delle scritte a spray cancellate meno qualche simbolo anarchico o frasi demenziali impresse sui muri.
Ancora prima delle otto del mattino volontari e netturbini si sono dati da fare per “rimettere tutto in ordine”, come a volte fanno i genitori dopo una ragazzata che ha messo a soqquadro la casa.
Da via Boccaccio a via Leopardi, da Piazza Virgilio a via Caradosso, tra le belle, solide case della Milano borghese l’atmosfera è quella di sempre, particolarmente tranquilla come tutti i sabati, con gente che chiacchiera seduta ai tavolini dei bar all’aperto mentre coppie o gruppetti di turisti si avviano verso Santa Maria delle Grazie per ammirare dal vivo il capolavoro di Leonardo.
Il temporale è passato, splende il sole, si scopano i cocci e le foglie cadute e tutto torna come prima. La vita ricomincia. Ci vuole altro per scuotere Milano e la calma serafica dei suoi cittadini. (r.p.)
Nelle foto, Macchine rappezzate in via Caradosso, le vetrine di Di Luca e Jean Louis David imbrattate e spaccate in via Ariosto, bucherellati pure i vetri della Deutsche Bank e della Banca Nazionale del Lavoro in piazza Virgilio, spaccati perfino i marmi delle soglie del negozio Kasanova in via Leopardi.