profumo di vanità
È già difficile regalare un profumo a una donna, figuriamoci a un uomo! Meglio astenersi se non si è più che certi della griffe e della fragranza preferite. Cosa che non dovrebbe essere difficile se si è minimamente in intimità con il destinatario del cadeau, condizione essenziale dal momento che un profumo è un oggetto troppo personale per permettersi di farne omaggio a chichessia, cioè a persone con le quali non si è in totale confidenza.
A volte non ci si pensa, ma regalare un profumo a un uomo, anche se si tratta solo di un amico, è un po’ come regalare un capo di biancheria intima a una donna. Al di là del gesto in sé diventa una dichiarazione d’intenti che potrebbe creare più di qualche imbarazzo. Soprattutto oggi che la profumazione al maschile è diventata, come del resto quella femminile, un fatto squisitamente privato, una scelta per appagare più la propria sensibilità che da esibire. Sempre di più ci si profuma per sé e non per gli altri. Non per sedurre ma per stare bene con se stessi. E se la donna è più ondivaga tra le sue varie identità e di conseguenza più pronta a cambiare fragranza secondo l’occasione, l’umore o la stagione, l’uomo è più selettivo e intransigente e una volta fatta la sua scelta è capace di portarsela dietro per anni senza sognarsi di cambiarla.
Ecco perché le nuove fragranze de luxe per lui mettono molto l’accento sulla virilità più attraverso il flacone e il packaging che attraverso il bouquet che rimane confinato nel mondo ristretto e circoscritto delle essenze fresche, “pulite”, che attingono a piene mani tra gli aromi verdi dell’orto o gli odori rugiadosi di muschi e cortecce del sottobosco, con divagazioni acquatiche e qualche breve escursione tra le spezie orientali.
(Nelle foto novità d’alta gamma per lui in vendita nelle migliori profumerie ad eccezione di Le Male Gladiator di Jean Paul Gaultier, un’edizione limitata dell’anno scorso non più in vendita).