sarde fritte, il meglio del finger food
Niente di più facile per regalarsi un piatto sano e nutriente. Gli esperti avvertono: privilegiare il pesce azzurro (con cefali, sgombri, alici e via dicendo), perché ricco di grassi “buoni” e, aggiungiamo noi, sempre “selvaggio”, vale a dire pescato e non di allevamento. Un piccolo accorgimento per chi ha paura del fritto: rinunciare alla pelle anche se è la parte più buona e croccante. A chi invece le sarde vuole gustarsele al cento per cento raccomandiamo di fare a meno delle posate: con la punta delle dita di una mano reggere la coda, con l’altra la testa e rosicchiare la polpa ripulendo la spina centrale. Se lo si fa con disinvoltura può diventare un gesto perfino elegante.
Ingredienti: calcolare 6 o 7 sarde a testa, l’importante è che siano fresche, qualche cucchiaiata di farina bianca, olio di semi bio per friggere, un pizzico di sale più un pizzico di semi di cumino se si vuole aggiungere anche la pastella fritta.
Pulire le sarde una ad una pizzicando la pancia in modo da afferrare le interiora ed estrarle. Quindi affondarle nella farina in modo da ricoprire tutto il pesce, comprese testa e coda, e metterle a friggere nell’olio bollente. Rigirarle una sola volta aiutandosi con una paletta, una pinza o una forchetta, secondo le abitudini, e metterle ad asciugare su un doppio strato di scottex. Salarle con parsimonia e gustarle ancora calde.
Se avanza farina la si puà trasformare in pastella aggiungendoci un po’ d’acqua, sale e semi di cumino. Mischiare energicamente e versare il tutto nell’olio ancora caldo. Cuocere prima da un lato e poi dall’altro finché la pastella non indurisce assumendo un colore dorato. Se cotta a dovere risulterà croccante fuori e morbida all’interno.
(Dal Diario di ricette “Four Seasons” di Rosanna Prezioso)