
scoprire il simbolismo
Assolutamente da non perdere la mostra “Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra” che si tiene a Milano in 24 sale di Palazzo Reale.
«Il Simbolismo è un movimento artistico complesso che segna il passaggio dall’Ottocento al Novecento»,
sottolinea l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno, «puntando al superamento della rappresentazione oggettiva della realtà per approdare a una dimensione più intima e soggettiva del reale. Un percorso suggestivo e affascinante che accompagna il visitatore conducendolo di fronte a opere straordinarie».
Con oltre 2.000 mq di superficie espositiva al piano nobile di Palazzo Reale, la mostra promossa dal Comune di Milano-Cultura e curata da Fernando Mazzocca e Claudia Zevi in collaborazione con Michel Draguet, mette per la prima volta a confronto i simbolisti italiani con quelli stranieri grazie a circa un centinaio di dipinti provenienti da importanti istituzioni museali italiane ed europee oltre che da collezioni private.
Il Simbolismo è al tempo stesso un momento di chiusura al progresso e di apertura a una modernità che, sulla scia della poesia di Baudelaire, fa della “resistenza al moderno” il proprio segno di riconoscimento. Emblema della caduta e del fallimento, “I fiori del male” sono il punto di partenza di un momento culturale che si definisce in primo luogo attraverso la negazione: rifiuto del reale ridotto alla semplice percezione intuitiva, rifiuto dell’accademismo, rifiuto del naturalismo e del verismo.
La lunga lista dei rifiuti sembra definire il simbolismo come l’ultima risposta alla triplice frustrazione dell’uomo moderno. Frustrazione generata, storicamente, da Copernico (l’uomo non è più al centro dell’universo), da Darwin (l’uomo non è il compimento dell’evoluzione) e da Freud (l’uomo è incapace, per natura, di dominare le proprie pulsioni interiori).
Dal punto di vista figurativo si avvia un recupero delle immagini di quel “paradiso perduto” identificato nella pittura dei primitivi italiani e, in generale, dei miti originari. Grande tramite di questa rivoluzione delle immagini è la letteratura. Ne deriva il recupero della dimensione onirica, del mondo eroico della mitologia, di temi scabrosi come l’amore erotico, la morte e il peccato.
La mostra presenta per la prima volta in Italia alcuni tra i più significativi capolavori del Simbolismo europeo: “Carezze (L’Arte)” la straordinaria donna-ghepardo di Ferdinand Khnopff; la testa di Orfeo galleggiante sull’acqua di Jean Delville, l’enorme opera di Ferdinand Hodler intitolata “l’Eletto”, e “Il silenzio della foresta” di Arnold Böcklin.
Una delle sezioni più scenografiche della mostra sono poi le sale dedicate alla Biennale del 1907: Giulio Aristide Sartorio è presente con l’imponente ciclo pittorico “Il poema della vita umana”. Attraverso 18 sezioni tematiche il percorso espositivo si svolge in seguito tra atmosfere e dimensioni oniriche accompagnato dalle poesie di Baudelaire tratte dalla raccolta “I fiori del Male”.
Si passa quindi dalle rappresentazioni demoniache di Odillon Redon a quelle dei miti di Gustave Moreau, dal vitalismo di Ferdinand Hodler al colorismo dei Nabis.
Le interpretazioni dell’amore di Giovanni Segantini, l’immaginario divisionista di Gaetano Previati e la magia della decorazione di Galileo Chini sono lì a testimoniare l’importanza del movimento simbolista in Italia permettendo così di riscoprire anche nomi meno conosciuti come Luigi Bonazza, seguace italiano di Klimt, Leo Putz, Giorgio Kienerk e gli scultori Leonardo Bistolfi e Amleto Cataldi. Il percorso espositivo si chiude con l’atmosfera fantastica delle “Mille e una notte”, ciclo decorativo realizzato da Zecchin alla vigilia della Grande Guerra.
“Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra”, Palazzo Reale, Milano, 3 febbraio – 5 giugno 2016
Orari apertura: lunedì 14,30 – 19,30; martedì – mercoledì – venerdì – domenica 9,30 – 19,30; giovedì – sabato 9,30 – 22,30