arte in cucina: la glasse
Esiste un modo easy per confezionare in quattro e quattr’otto una glasse allo scopo di rendere presentabile anche la torta più anonima? La risposta è sì purché si disponga di almeno una confezione di zucchero a velo. Di solito io ricorro alla glassatura per rendere più dolce e accattivante la mia torta preferita, quella di cioccolato e pere, in questo caso ho voluto strafare aggiungendovi sopra un dripping in stile Pollock di cioccolato fondente. Così accontento anche il mio amico pittore che, sapendo quanto ami dipingere oltre che cucinare, mi ha suggerito: «Dovresti trovare il modo di unire l’arte alla cucina». Eccoti accontentato, Paolo!
Ma torniamo alla glasse. Si versa l’intera confezione di zucchero a velo in una ciotola e si aggiunge goccia a goccia acqua quanto basta per ottenere una crema molto densa da stendere con una spatola o con il rovescio del cucchiaio su tutta la superficie della torta. Tempo qualche minuto e la glassa, asciugandosi, solidifica al punto che ci si può “scrivere” sopra usando la speciale tasca per dolci. Chi ha fretta può limitarsi a “scarabocciare” con il dripping, vale a dire lasciando colare dal cucchiaio la crema o il cioccolato caldo che poi raffreddandosi solidificheranno.
La glassa, che un tempo si chiamava ghiaccia, può essere bianca o colorata, basta usare al posto dell’acqua qualche goccia di liquore o di sciroppo molto colorati come l’alchermes o lo sciroppo di amarene (rossi) che offrono come risultato un bel colore rosa, per ottenere il verde c’è lo sciroppo alla menta.
(Dal Diario di ricette “Four Seasons” di Rosanna Prezioso)